ROMA - Con il procuratore Giuseppe Galante potrebbe uscire di scena al Csm un altro dei magistrati di Potenza coinvolti nell'inchiesta di Catanzaro e per i quali la Prima Commissione ha deliberato la procedura di trasferimento d'ufficio per incompatibilità ambientale: si tratta del sostituto procuratore Felicia Genovese, che oggi ha comunicato a Palazzo dei marescialli la sua intenzione di lasciare la procura di Potenza.
Il magistrato che è finito all'attenzione del Consiglio superiore per il suo rapporto conflittuale con il collega Vincenzo Montemurro - anch'egli sotto procedura trasferimento d'ufficio per la stessa ragione - ha chiesto di essere destinata alla Corte d'appello di Bari o in alternativa a quella di Bologna o Reggio Calabria, con funzione di consigliere. Se accolta, la sua richiesta determinerà l'archiviazione della procedura d'ufficio.
Genovese - che a Catanzaro è accusata di abuso d'ufficio - è stata ascoltata stamattina dalla Prima Commissione che ha sentito anche Montemurro: al centro dell'audizione il loro rapporto contrastato. All'origine una vecchia vicenda, le accuse rivolte nel 1999 dall'ex collaboratore di giustizia Gennaro Cappiello a Genovese e a suo marito Michele Cannizzaro in relazione alla scomparsa della studentessa Elisa Claps e all'omicidio di una coppia di potentini Francesco Gianfredi e Patrizia Santarsiero. Quelle accuse, oggetto di un'indagine della Procura di Salerno, vennero archiviate nel 2001. Cannizzaro e Genovese presentarono allora denuncia per calunnia nei confronti di Cappiello, ma - ha lamentato oggi Genovese davanti al Csm - Montemurro iscrisse nel registro degli indagati l'ex pentito solo nel 2004. Un comportamento, quello del collega, a suo avviso «scorretto».
Montemurro ha replicato negando che da parte sua ci sia mai stata alcuna inerzia; e spiegando che i tempi lunghi sono stati legati al fatto che ha ereditato l'indagine da un altro collega. Una tesi che sarà suffragata anche da una memoria scritta che il suo «difensore» nella procedura davanti al Csm, il procuratore generale di Torino Giancarlo Caselli, presenterà nei prossimi giorni.
Sia Genovese- che era difesa dall'ex consigliere del Csm Giuseppe Mammome- sia Montemurro hanno, per lo meno a parole, ridimensionato la portata del loro conflitto, escludendo che abbia mai avuto ripercussioni sulla funzionalità della procura di Potenza. Ma l'impressione riportata dai consiglieri è che il contrasto sia tutt'altro che sopito.
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