Il magistrato coinvolto nell'inchiesta su un presunto «comitato d'affari» che avrebbe agito in Basilicata, coordinata dalla procura di Catanzaro e per il quale il Consiglio Superiore della Magistratura ha aperto un procedimento di trasferimento d'uffici. A darne conferma è il suo legale, l'avvocato Vincenzo Montagna. Giuseppe Galante, ha spiegato Montagna, ha comunicato la sua decisione al Csm con una lettera in cui ribadisce la correttezza del suo operato
16 Aprile 2007
POTENZA - Si è dimesso Giuseppe Galante, il procuratore della Repubblica di Potenza, il magistrato coinvolto nell'inchiesta sulle toghe lucane coordinata dalla procura di Catanzaro e per il quale il Consiglio Superiore della Magistratura ha aperto un procedimento di trasferimento d'uffici. A darne conferma è il suo legale, l'avvocato Vincenzo Montagna. Galante, ha spiegato Montagna, ha comunicato la sua decisione al Csm con una lettera in cui ribadisce la correttezza del suo operato e del suo ufficio. Il procuratore di Potenza ha deciso di dimettersi, ha chiarito il legale "per affrontare serenamente le vicende che lo riguardano anche da un punto di vista disciplinare". Il ministro della Giustizia Clemente Mastella aveva chiesto venerdì scorso al Csm di adottare provvedimenti disciplinari a carico del procuratore della Repubblica di Potenza, del sostituto procuratore Felicia Genovese e del presidente del tribunale di Matera Iside Granese, coinvolti nell'istruttoria avviata da Palazzo dei Marescialli per fare luce sui rapporti negli uffici giudiziari di Potenza.
Sabato, poi, il vicepresidente dell'organo di autogoverno nonchè presidente della sezione disciplinare Nicola Mancino aveva fissato al 30 aprile l'udienza straordinaria per discutere e trattare l'istanza in camera di consiglio. In una nota il Csm ricordava che ognuno dei tre magistrati "ha facoltà di essere sentito dalla sezione e farsi assistere da un altro magistrato quale difensore o da un avvocato, di presentare memorie e documentazione e di prendere visione del fascicolo e di estrarne copia". I tre magistrati coinvolti anche nell'inchiesta di Catanzaro riguardante un presunto comitato d'affari che agiva in Basilicata in vari settori, sono stati oggetto dell'inchiesta della Prima commissione del Csm che a marzo ha deciso di avviare nei confronti di Galante, Genovese e Granese, insieme al sostituto procuratore Vincenzo Montemurro, la procedura di trasferimento d'ufficio per incompatibilità ambientale.
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