L'indagine della Procura di Catanzaro ha già due risultati: la Commissione antimafia ha rinunciato alla consulenza del sostituto procuratore Felicia Genovese mentre il Csm si occuperà della vicenda
27 Febbraio 2007
CATANZARO - Inviti a presentarsi, perchè siano sottoposti a interrogatorio, al senatore di An Nicola Buccico e al sostituto procuratore di Potenza, Felicia Genovese; un villaggio turistico del valore di 200 milioni di euro sequestrato; case e uffici di magistrati perquisiti. Accelera l'inchiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro sul presunto «comitato d'affari» che avrebbe agito in Basilicata, con interessi in vari settori. Si muove anche il Csm che ha deciso l'apertura di una pratica sui magistrati indagati.
Stamattina il magistrato che conduce l'inchiesta, il sostituto procuratore Luigi De Magistris, è stato in Basilicata per dirigere personalmente gli accertamenti delegati alla Guardia di finanza. De Magistris si è recato nel palazzo di giustizia di Matera, dove sono stati perquisiti gli uffici del procuratore della Repubblica, Giuseppe Chieco, e del presidente del Tribunale, Iside Granese. Perquisizioni sono state fatte negli uffici e nelle abitazioni del procuratore della Repubblica di Potenza, Giuseppe Galante, e del sostituto Felicia Genovese; di Michele Cannizzaro, marito di Felicia Genovese, direttore generale dell'Azienda ospedaliera San Carlo di Potenza, incarico che il sostituto procuratore di Potenza indagato avrebbe favorito con alcune sue condotte; del presidente della Banca popolare del Materano, Attilio Caruso; dell'ex colonnello dei carabinieri Pietro Gentili, responsabile della sicurezza del villaggio turistico Marinagri di Policoro, e di Vincenzo Vitale, rappresentante legale della società proprietaria del Marinagri. Il villaggio turistico, intanto, è stato sottoposto a sequestro preventivo d'urgenza.
Un gruppo di finanzieri è stato inviato a Roma per notificare l'invito a presentarsi al senatore Buccico, nei confronti del quale si ipotizzano i reati di abuso d'ufficio e favoreggiamento per avere garantito coperture, all'epoca in cui era componente del Csm e nella qualità di avvocato, ad Iside Granese per i suoi rapporti con la Banca popolare del Materano. Buccico dovrà presentarsi nell'ufficio del sostituto de Magistris il 3 aprile prossimo. Un invito a presentarsi è stato notificato anche a Felicia Genovese, l'interrogatorio della quale è fissato per il 31 marzo. Nell'inchiesta sono indagati alcuni funzionari del Demanio per le concessioni rilasciate al villaggio Marinagri, che sarebbe stato realizzato in parte su terreno demaniale.
In attesa di eventuali sviluppi, l'inchiesta della Procura di Catanzaro due risultati già li ha prodotti: la Commissione antimafia ha deciso di rinunciare alla consulenza del sostituto procuratore Felicia Genovese mentre il Csm si occuperà da lunedì prossimo della vicenda dei magistrati lucani coinvolti nell'inchiesta. «Destano grande preoccupazione e profonda inquietudine le notizie apparse in questi giorni su molti quotidiani e reti televisive» ha detto il vicepresidente Nicola Mancino spiegando che il Comitato di Presidenza ha deliberato di aprire una pratica presso la I Commissione «al fine di valutare le posizioni degli indagati e gli sviluppi ulteriori dell'inchiesta giudiziaria». Mancino sottolinea: «Dalla Basilicata, all'interno degli uffici giudiziari, riceviamo da più parti concreti segnali di disarmonia. Purtroppo, il Csm non è più abilitato ad intervenire, salvo che sul piano disciplinare; il che determina una procedura di tempi lunghi che certamente non aiuta a preservare il prestigio della magistratura e il buon funzionamento degli uffici».
Ma l'indagine ha avuto un'eco clamorosa, stamattina, anche nell'aula del Consiglio regionale della Basilicata. Il presidente della Regione, Vito De Filippo, nel suo intervento, ha parlato di «una guerra in atto contro i lucani. La dignità della Basilicata - ha aggiunto - e di chi la rappresenta merita a tutti i costi una nuova forza e richiede una nuova determinazione. Non si può più tacere. Con mefistofelica e cronometrata misura, gli organi di stampa certificano false convivenze e paradossali connivenze. Sarebbe molto semplice chiarire le sbalorditive dichiarazioni riportate da uno dei maggiori quotidiani del nostro Paese, e da un giornalista che non è nuovo a questa guerra contro i lucani. Potrà sembrare un'esagerazione, ma io la sento in molte circostanze proprio così: una guerra contro i lucani. I giudici hanno il primario dovere di giudicare il comportamento mio e della giunta dell'epoca. Sono sereno, aspetto paziente il verdetto come ho saputo fare in ben più gravi circostanze».
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