Il 35enne, di Lauria (Potenza), è ritenuto membro della banda di "cravattari" sgominata dai carabinieri con un'operazione che ha portato all'arresto di quattro persone
01 Febbraio 2007
CASTROVILLARI (COSENZA) - Quattro anni nell'inferno dell'usura, quattro anni di torture psicologiche e di minacce anche fisiche. E' la storia di due imprenditori della Valle del Mercure, in provincia di Cosenza, in balia di una banda di usurai e costretti a restituire un prestito contratto nel 2003 ad un tasso del 120% annuo.
Anche un invalido su una sedia a rotelle sarebbe tra i componenti della banda di usurai sgominata dai carabinieri con un'operazione che la scorsa notte ha portato all'arresto di quattro persone. L'invalido è Giacomo Lamboglia, di 35 anni, di Lauria (Potenza), posto agli arresti domiciliari insieme ad Andrea Paternostro (35), di Mormanno (Cosenza), titolare di un'azienda per la produzione di mangimi. In carcere sono finiti, invece, Antonio Garone (47), e Vincenzo Federico (42), operai, entrambi di Sala Consilina (Salerno).
L'operazione è il frutto di un paziente lavoro investigativo svolto dai militari della Compagnia di Castrovillari che, venuti a conoscenza dell'attività di usura cui erano sottoposti i due imprenditori, hanno cominciato a seguirne, a loro insaputa, i movimenti ed hanno messo sotto controllo le loro utenze telefoniche. E' bastato poco per capire in quale baratro fossero finiti i due imprenditori, incapaci di uscire dalla spirale di violenze psicologiche cui erano sottoposti. Gli "ordini" impartiti dalla banda di usurai erano categorici: dovevano restituire il prestito ricevuto versando tre rate a scadenze fisse, il 10, il 24 ed il 30 di ogni mese. Il pagamento delle somme avveniva al casello di Lagonegro dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria e sempre con componenti diversi della banda. Somme che venivano consegnate in contanti e senza che venisse mai concessa la minima dilazione.
L'attenzione degli usurai si è concentrata su uno dei due imprenditori, vittima dell'ottanta per cento dell'attività della banda di strozzini. Era lui, in particolare, che si doveva recare tre volte al mese a Lagonegro per pagare le rate del prestito ricevuto. Gli incontri al casello autostradale sono stati filmati dai carabinieri, che hanno così raccolto una prova documentale a carico degli arrestati pressochè inoppugnabile. La scorsa notte sono scattati gli arresti e per i due imprenditori, che non hanno fornito alcuna collaborazione con gli investigatori, è finito l'incubo.
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