E' questo lo scenario che la procura del capoluogo lucano ritiene di avere scongiurato con un'operazione scattata ieri pomeriggio, che ha portato all'arresto di sei persone
21 Novembre 2006
POTENZA - Una guerra di mafia a colpi di kalashnikov, per il controllo del mercato della droga in provincia di Potenza. E' questo lo scenario che la procura del capoluogo lucano ritiene di avere scongiurato con un'operazione scattata ieri pomeriggio, che ha portato all'arresto di sei persone (una settima è ancora latitante).
Gli arrestati appartengono alla cosca detta dei «Basilischi», legata alla 'ndrangheta e protagonista negli anni scorso di numerosi fatti di sangue, per i quali sono in corso diversi processi. L'operazione è stata coordinata dal sostituto procuratore antimafia Francesco Basentini e condotta congiuntamente dal comando provinciale dei carabinieri e dalla squadra mobile della questura. L'accusa per tutti gli arrestati è di associazione per delinquere di stampo mafioso.
Secondo gli inquirenti, all'interno dei Basilischi si erano formati di recente due gruppi rivali, che si stavano preparando ad una guerra per il predominio ed avevano perciò accumulato mitra, pistole e munizioni.
Uno dei gruppi ha base a Pignola, piccolo comune confinante con Potenza, ed è guidato da Saverio Riviezzi, 41 anni (l'unico sfuggito ieri alla cattura). L'altro gruppo ha base nel capoluogo ed è capeggiato da Antonio Cossidente, 41 anni. Riviezzi fino a poco tempo fa veniva considerato il capo dei Basilischi, ma il suo potere evidentemente stava per essere messo in discussione dal rivale.
Polizia e carabinieri di Potenza ritengono di avere prove certe che le due bande intendevano commettere omicidi per acquisire il controllo della piazza. I primi da eliminare sarebbero stati i rispettivi capi. Nel corso dell'operazione sono stati sequestrati due kalashnikov, un fucile a canne mozze, una carabina, quattro pistole e molte munizioni.
Gli arrestati, oltre a Cossidente, sono Domenico Riviezzi, 33 anni, di Pignola, Franco Raffaele Rufrano, 40, di Potenza, Nicola Sarli, 36, di Potenza, Leonardo Stolfi, 41, di Potenza e Pasquale Marino, 33, di Pignola. Saverio Riviezzi è ancora latitante.
«La apparente pax mafiosa - ha commentato il procuratore capo di Potenza, Giuseppe Galante - che da due o tre anni ad oggi ha alimentato da più parti la fallace e semplicistica visione di una Basilicata ormai purificata e tranquilla, è evidentemente crollata. Abbiamo impedito, con la esecuzione dei fermi, ben più gravi conseguenze».
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