Vittorio Emanuele può lasciare l'Italia per curarsi
Il gip di Potenza, Alberto Iannuzzi - che ne ordinò l'arresto per associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione e a ottenere nulla osta per videogiochi dai Monopoli di Stato - l'ha autorizzato
16 Novembre 2006
POTENZA - Vittorio Emanuele di Savoia - che fu arrestato il 16 giugno scorso e passò una settimana nel carcere di Potenza - potrà recarsi in una clinica di Ginevra per sottoporsi ad alcuni esami.
Il gip di Potenza, Alberto Iannuzzi - che ordinò l' arresto del principe, accusato di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione e a ottenere nulla osta per videogiochi dai Monopoli di Stato - ha autorizzato Vittorio Emanuele ad uscire dall' Italia e a recarsi nella città svizzera per dieci giorni.
Nel luglio scorso, il Tribunale del riesame di Potenza sostituì gli arresti domiciliari - dove il principe era stato trasferito, una volta scarcerato - con il divieto di espatrio. Un' istanza di revoca del divieto di espatrio fu respinta dal gip potentino, Rocco Pavese, e dal tribunale del riesame.
I legali di Vittorio Emanuele, Francesco Murgia e Sergio Calvetti, hanno chiesto al gip di autorizzare il principe ad uscire temporaneamente dall' Italia. In una nota, dopo la decisione di Iannuzzi, ne hanno sottolineato la «sensibilità e la competenza» e hanno spiegato che, al suo rientro in Italia, Vittorio Emanuele «proseguirà con fiducia nel cammino intrapreso per dimostrare la propria innocenza».
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