Lo stabilimento della Filatura è stato messo in liquidazione nei primi giorni di luglio. I lavoratori hanno ricordato che «la protesta va avanti da ormai 30 giorni»
15 Agosto 2006
ATELLA (POTENZA) - I 56 dipendenti dello stabilimento di Atella (Potenza) della «Filatura di Vitalba» - messa in liquidazione nei primi giorni di luglio - hanno trascorso la mattinata di Ferragosto davanti ai cancelli dell' azienda, dove si è svolta una manifestazione a cui - secondo i rappresentanti sindacali - hanno partecipato oltre 300 persone.
Insieme ai lavoratori, c'erano anche i sindaci dell'area, l'assessore regionale della Basilicata alle Attività produttive, Donato Salvatore, i senatori Piero Di Siena (Ds) e Anna Maria Palermo (Rifondazione comunista), politici, sindacalisti e i parenti dei dipendenti licenziati.
«Abbiamo accolto con piacere - ha spiegato il segretario regionale della Filtea-Cgil, Michele Sperduto - anche la visita di persone 'comunì della zona e del vice presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Roberto Placido, di origini lucane, che sta trascorrendo in Basilicata le sue vacanze». Ad Atella, inoltre, era presente una delegazione dei lavoratori del Consorzio agrario regionale, anch'esso chiuso nelle settimane scorse.
Durante il presidio, i lavoratori hanno ricordato che «la protesta va avanti da ormai 30 giorni» e che «non si fermerà fino a quando i dirigenti del gruppo Miroglio (proprietario dello stabilimento) di Alba (Cuneo) non cambieranno la decisione di chiudere lo stabilimento».
Dopo la messa in liquidazione della «Filatura di Vitalba», il 21 luglio scorso, in un incontro tra sindacalisti e rappresentanti aziendali, fu deciso di sospendere per il periodo delle ferie le procedure di mobilità, che comunque riprenderanno il 28 agosto. Per il 5 settembre, invece, è previsto un nuovo incontro tra le parti. «Prima di quella data - ha aggiunto Sperduto - lavoreremo affinchè la vertenza sia discussa oltre che su scala regionale anche sul tavolo del Ministero delle Attività produttive».
I sindacati chiederanno ai vertici del gruppo Miroglio «di rivedere il piano industriale e quindi di ritirare il provvedimento di chiusura dello stabilimento di Atella, che, anzi, noi riteniamo possa assumere un ruolo strategico. Del resto - hanno concluso - negli anni l' azienda ha beneficiato di una cinquantina di miliardi di lire come finanziamenti pubblici e, solo tre anni fa, ha investito tre milioni di euro per migliorare la tecnologia all'interno della fabbrica lucana».
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