Matera, finte minacce indagata la presidentessa di associazione anti stalking
MATERA – Dopo il femminicidio della sorella, uccisa nel dicembre del 2010 dall’ex convivente che era stato più volte denunciato per atti persecutori, aveva creato un’associazione anti stalking, di cui era presidente. Negli ultimi mesi, una donna di 47 anni, di Matera, aveva denunciato di aver ricevuto lettere anonime di minacce: adesso la Polizia ha scoperto che era lei stessa a imbucarle nella sua cassetta postale utilizzando guanti di lattice per non lasciare impronte.
Alla donna – che non ha spiegato i motivi delle sue azioni - è stato notificato un avviso di garanzia per il reato di calunnia aggravata e continuata a danno di ignoti. Le indagini sono cominciate durante la scorsa estate, quando, anche attraverso giornali e televisioni locali, la donna ha denunciato di ricevere minacce: in totale sono state nove le lettere, mai spedite ma imbucate direttamente nella cassetta postale dell’abitazione della donna. Le forze dell’ordine avevano anche deciso controlli maggiori per tutelare la donna.
Gli investigatori hanno scoperto la donna anche grazie a una telecamera nascosta installata nel portone dello stabile in cui abita. Stamani gli agenti della Squadra mobile hanno effettuato una perquisizione nell’abitazione, trovando i guanti di lattice, utilizzati anche per la redazione delle lettere anonime, e alcuni giornali da cui la donna ritagliava le parole per il collage di minacce.
I particolari delle indagini – dirette dal Procuratore della Repubblica di Matera, Celestina Gravina, e dal pm Alessandra Susca – sono stati illustrati stamani, in una conferenza stampa, dal capo della Squadra Mobile materana, Nicola Fucarino, e dalla dirigente Luisa Fasano.
Alla donna – che non ha spiegato i motivi delle sue azioni - è stato notificato un avviso di garanzia per il reato di calunnia aggravata e continuata a danno di ignoti. Le indagini sono cominciate durante la scorsa estate, quando, anche attraverso giornali e televisioni locali, la donna ha denunciato di ricevere minacce: in totale sono state nove le lettere, mai spedite ma imbucate direttamente nella cassetta postale dell’abitazione della donna. Le forze dell’ordine avevano anche deciso controlli maggiori per tutelare la donna.
Gli investigatori hanno scoperto la donna anche grazie a una telecamera nascosta installata nel portone dello stabile in cui abita. Stamani gli agenti della Squadra mobile hanno effettuato una perquisizione nell’abitazione, trovando i guanti di lattice, utilizzati anche per la redazione delle lettere anonime, e alcuni giornali da cui la donna ritagliava le parole per il collage di minacce.
I particolari delle indagini – dirette dal Procuratore della Repubblica di Matera, Celestina Gravina, e dal pm Alessandra Susca – sono stati illustrati stamani, in una conferenza stampa, dal capo della Squadra Mobile materana, Nicola Fucarino, e dalla dirigente Luisa Fasano.