POTENZA - Ventimila euro. Il gestore messinese di videopoker Rocco Migliardi ha detto stamani al gip di Potenza Alberto Iannuzzi di aver versato questa cifra a Vittorio Emanuele di Savoia, perchè intervenisse sui Monopoli di Stato per far autorizzare le sue macchinette. E la testimonianza odierna dell'imprenditore rischia di diventare uno degli elementi più pesanti a carico del principe.
«Migliardi si sente una vittima di Vittorio Emanuele - ha spiegato dopo l'interrogatorio il legale dell'arrestato, Diego Busacca, di Messina -. Da quando lo conosce, un paio d'anni, gli ha versato 50-60 mila euro. Oggi il mio cliente ha detto tutto quello che è successo, ammettendo anche le sue responsabilità».
Secondo la testimonianza odierna, a presentare Migliardi al principe è un amico comune, Ugo Bonazza, compagno di giocate al casinò dell'imprenditore messinese. Vittorio Emanuele convince il gestore di videopoker a versare cospicue somme a favore delle sue iniziative benefiche (ad esempio per le vittime dello tsunami).
Complessivamente, Migliardi consegna al principe 30-40mila euro. In cambio, l'imprenditore viene fatto in quattro e quattr'otto cavaliere dell'Ordine mauriziano. Non solo, quando Migliardi chiede a Savoia di fare dama sua moglie nel giro di qualche anno, il principe risponde che l'avrebbe fatta subito.
L'imprenditore messinese discute con il principe di mettere su casinò online e case da gioco in Libia. «Ma quando hanno cercato di metterlo dentro l'affare del casinò di Campione - dice l'avvocato - si è tirato indietro».
L'anno scorso, Migliardi si trova in difficoltà con i Monopoli di Stato, che tardano ad autorizzare cinquemila suoi videopoker. Parla della cosa con Bonazza, dicendo che bisogna «ungere le ruote». Secondo la testimonianza odierna, Bonazza propone di rivolgersi a Vittorio Emanuele. Questo si impegna a intervenire sui Monopoli, in cambio di denaro.
Migliardi consegna ventimila euro all'intermediario del principe, Achille De Luca, all'aeroporto di Catania. La «mazzetta» ottiene il suo risultato. Subito l'imprenditore messinese si vede autorizzare una prima tranche dei suoi videopoker, 400.
L'avvocato Busacca oggi ha usato parole lusinghiere per il gip Iannuzzi «una persona eccezionale». Il legale ha chiesto al giudice la scarcerazione; Iannuzzi si è riservato di decidere dopo aver sentito il pm Henry John Woodcock. Secondo il legale però nel procedimento contro il suo assistito «c'è una incompetenza territoriale grossa come una casa. Migliardi non è mai entrato a Potenza. I reati, se ci sono stati, sono avvenuti altrove».
Il legale ha poi negato che il suo cliente abbia gravi precedenti penali: «Ha solo delle vecchie contravvenzioni. Per un'accusa di estorsione è stato assolto a Rimini, per una di mafia è stato prosciolto a Messina». Busacca nega anche che Migliardi fosse in rapporti con i gestori potentini di videopoker Tancredi: «Li ha sentiti la prima volta nell'aprile del 2006, quando l'inchiesta era cominciata da un pezzo».
Stefano Secondino
IL GIORNO SUCCESSIVO IL LEGALE HA PRECISATO CHE «MIGLIARDI NON HA CONFESSATO D'AVER PAGATO TANGENTI»
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