Matera - Maxi truffe con assegni a vuoto. Cinque arresti
Nascosti dietro società fantasma, acquistavano merce con assegni postdatati scoperti e la facevano sparire senza pagarla. Cifre da capogiro
19 Maggio 2006
MATERA - I carabinieri di Matera hanno sgominato una banda di truffatori che, nascondendosi dietro società fantasma, acquistavano merce con assegni postdatati scoperti e la facevano sparire senza pagarla, rivendendola poi in nero. Tre persone sono finite in carcere e due agli arresti domiciliari, con l'accusa di associazione per delinquere.
Gli arrestati in carcere sono Domenico Di Mita, 54 anni, Giuseppe Di Biasi, 58, e Paolo Ferri, 44, tutti di Matera. Hanno ottenuto gli arresti domiciliari Anna Maria Manzara, 40 anni, di Miglionico (Matera), e Giovanni Pavone, 59, di Gioia del Colle (Bari). Tutti e cinque gli arrestati sono noti alle forze di polizia per vicende di truffe.
Le misure cautelari sono state emesse dal gip di Matera Angelo Onorati, su richesta del pm Elisa Sabusco. L'indagine, denominata «Tabula rasa», è stata condotta dal comando provinciale dell' Arma e dalla compagnia di Matera. Sono state indagate anche altre tre persone, uomini fra i 52 e i 60 anni di Tolve (Potenza), Matera e Santeramo in Colle (Bari).
La banda rilevava aziende in difficoltà in provincia di Matera e Bari e le utilizzava per acquistare da fornitori le merci più disparate: alimentari, materiale per l' edilizia, articoli per il giardinaggio. I primi acquisti, per piccole quantità, venivano pagati regolarmente. Una volta ottenuta la fiducia dei fornitori, le società dei truffatori facevano grossi ordini con assegni postdatati.
Quando le vittime andavano all' incasso, scoprivano che gli assegni erano scoperti. Nel frattempo, le ditte debitrici avevano chiuso i battenti o si erano trasferite, mentre la merce era stata rivenduta in nero. Gli inquirenti calcolano che in questo modo la banda abbia truffato complessivamente un milione di euro a 47 aziende italiane di varie regioni.
Ultimamente la banda operava soprattutto in Puglia. Tra le aziende utilizzate per le truffe ci sono la «Di Monaco Domenico Import Export Commercio» di Matera, intestata a uno dei denunciati, che ha collezionato assegni protestati per 325.000 euro, e la «Emmeciemme» di Miglionico (Matera), che aveva come amministratore unico Anna Maria Manzara e che ha emesso assegni a vuoto per 570.000 euro.
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