Si attende di registrare una ripresa nell'anno in corso. Sono due delle conclusioni principali del rapporto sull'economia della Basilicata nel 2005, del Centro studi Unioncamere
12 Maggio 2006
POTENZA - L'economia lucana «è rimasta pressochè ferma nel 2005», con una diminuzione del prodotto interno lordo pari allo 0,1 per cento rispetto al 2004, mentre l'anno in corso «dovrebbe finalmente segnare l'avvio della ripresa economica», con una crescita dell' 1,4 per cento, «in linea con la variazione attesaa livello nazionale».
Sono due delle conclusioni principali a cui è giunto il rapporto sull'economia della Basilicata nel 2005, preparato dal coordinatore scientifico del Centro studi Unioncamere Basilicata, Franco Bitetti, e presentato oggi, a Potenza, durante la quarta giornata dell' economia.
La ricerca ha evidenziato - relativamente allo scorso anno - una «elevata debolezza della domanda interna», con un calo (0,6 per cento) della spesa per consumi delle famiglie, mentre ha fatto registrare «un discreto recupero» (3,3 per cento) la spesa per investimenti. Dopo aver evidenziato un «forte calo delle esportazioni e una altrettanto accentuata crescita delle importazioni», l'indagine di Unioncamere ha spiegato che «il 2005 si è chiuso con l'ennesimo bilancio in rosso dell' attività industriale, il cui valore aggiunto ha subito un regresso del 3,5 per cento; analogamente sfavorevole l' evoluzione del comparto agricolo, dove il prodotto è diminuito del sette per cento dopo il forte rimbalzo del 2004». Sono cresciuti il terziario (più 1,1 per cento) e l'edilizia (del 5,6 per cento)». La situazione ha avuto conseguenze sull' occupazione, con la perdita - nel 2005 - di circa tremila posti di lavoro nell' industria: «Solo la forte ripresa dell'occupazione nei servizi ha evitato che lo stock complessivo di occupati subisse un vero e proprio tracollo, tenuto anche conto del saldo ampiamente negativo dell' occupazione agricola».
A giudizio di Unioncamere, «si è in presenza di una situazione anomala e assai problematica dal momento che la fuoriuscita di disoccupati avviene non verso lo status di occupato ma verso una condizione di inattività sul mercato del lavoro».
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