A parlare Tano Grasso, presidente della Federazione associazioni antiracket, intervenendo a Potenza in un convegno. Basilicata in controtendenza
07 Marzo 2006
POTENZA - «A dieci anni dall' entratra in vigore della legge 108, cosiddetta antiusura, dobbiamo registrare un preoccupante disinteresse della classe politica nei confronti di un problema drammatico che affligge in maniera trasversale tutta l'Italia»: lo ha detto stamani, a Potenza, il presidente onorario della Fai (Federazione delle associazioni antiusura e antiracket italiane), intervenendo a un convegno organizzato dalla stessa Fai.
«In questi dieci anni - ha detto Grasso - è cresciuta tantissimo la realtà delle associazioni che si occupano di usura. Purtroppo, però, il Governo è stato in silenzio per quattro anni, prima di approvare, con il decreto Milleproroghe, in concomitanza con le Olimpiadi invernali di Torino 2006, il rifinanziamento del fondo antiusura, che era rimasto bloccato per tanto, troppo tempo».
Durante il convegno, è intervenuto anche don Marcello Cozzi, vicepresidente vicario della Fai e presidente del «Cestrim», la fondazione antiusura della Provincia di Potenza. Riferendosi alla situazione in Basilicata, don Marcello ha detto che «in questa regione le istituzioni operano in controtendenza rispetto al resto di Italia. Ad esempio, la Regione ha approvato una legge antiusura, che, comunque, deve diventare ancora operativa. Inoltre, la Provincia, con l'iniziativa denominata Credito etico, ci sta offrendo un importante contributo anche per ciò che riguarda la prevenzione».
La legge regionale è stata al centro dell' intervento del Governatore lucano, Vito De Filippo: «Il nostro impegno - ha detto - è quello di nominare al più presto il Commissario e di trovare i finanziamenti per rendere ancora più efficaci le politiche contro un fenomeno che si amplifica in un momento di grave crisi economica».
De Filippo ha anche sottolineato «di aver notato una trasformazione da parte del sistema creditizio, in particolare dell'Associazione bancaria italiana, che sta comprendendo che deve essere uno dei protagonisti dello sviluppo del nostro territorio. Noi - ha aggiunto - continueremo a portare avanti azioni in favore delle persone disagiate: non a caso, a un mese dalla scadenza dei termini, sono state già presentate sette mila richieste per il reddito di cittadinanza solidale».
Secondo don Cozzi, «in questi anni l'usura sta diventando un reato di mafia. In un anno, le organizzazioni malavitose sono riuscite a ricavare oltre 350 milioni di euro». «Le mafie - ha aggiunto Grasso - utilizzano l'usura non solo per i ricavi, bensì anche per impossessarsi delle aziende».
Grasso si è detto «fortemente preoccupato per le novità giurisdizionali messe in campo dal Governo, partendo dalle leggi sulla inappellabilità delle sentenze di primo grado e sulle prescrizioni che, in sostanza, depenalizzeranno i reati di usura».
Al convegno hanno partecipato anche il prefetto di Potenza, Luciano Mauriello, e il sindaco del capoluogo lucano, Vito Santarsiero.
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