Le zone archeologiche di Banzi e di Venosa «sono veri contenitorì di stratificazioni archeologiche, storiche e monumentali» ha spiegato il prof. Rescio
31 Gennaio 2006
POTENZA - Un gruppo di studenti del corso di laurea specialistica in Archeologia dell'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli ha visitato le zone archeologiche di Banzi e di Venosa (Potenza). I due siti saranno utilizzati come modelli nei corsi di Topografia Medievale, tenuti dal professor Pierfrancesco Rescio, che ha guidato la comitiva di studenti.
Il gruppo è giunto a Venosa per studiare gli scavi del Paleolitico di Notarchirico, per poi dirigersi a Benzi. Nella cittadina del potentino ha analizzato le strutture romane e medioevali del monastero di Santa Maria. Gli studenti hanno visitato la mostra sui reperti delle necropoli di Benzi e si sono soffermati sugli sviluppi della fondazione monastica, che nella fase normanno-sveva era l'unico monastero benedettino dipendente direttamente da Montecassino.
«Questa regione - ha spiegato Rescio - è l'esempio classico della ricerca archeologica. Credo che questi siti siano dei veri contenitorì di stratificazioni archeologiche, storiche e monumentali da prendere come modello».
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