Matera - Ai domiciliari aggressori figlio sen. Danzi
In due cosparsero il ragazzo di benzina e gli diedero fuoco. Oggi sono a casa per buona condotta. Il padre della vittima: «E' incredibile amministrare la giustizia in questo modo»
13 Dicembre 2005
MATERA - Il giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Matera, Angelo Onorati, accogliendo le istanze dei difensori Ernesto Barberio e Michelangelo Bonelli, ha concesso gli arresti domiciliari ai fratelli Eustachio e Giuseppe Coretti, di 20 e 23 anni, entrambi di Matera, indagati per concorso in tentativo di omicidio con l'aggravante delle premeditazione nei confronti di Riccardo Danzi di 17 anni, figlio del senatore dell'Udc, Corrado.
Il provvedimento, secondo quanto reso noto dai legali, è motivato con il lungo periodo detentivo e con la buona condotta osservata presso la casa circondariale di Matera. L'episodio risale al 25 giugno scorso. I fratelli Coretti cosparsero di benzina il giovane Riccardo, per motivi di gelosia legati a una relazione sentimentale con una ragazza. Subito soccorso il giovane venne trasportato prima al pronto soccorso di Matera e poi al reparto grandi ustionati dell'ospedale di Brindisi da dove è stato dimesso l'estate scorsa.
Il sen. Danzi (Udc) ha espresso un giudizio negativo sulla concessione degli arresti domiciliari ai fratelli Coretti: «E' incredibile - ha detto - amministrare la giustizia in questo modo. Gente che va in giro a bruciare le persone dopo solo cinque mesi viene premiata con gli arresti domiciliari. Non è il padre che parla ma il rappresentante delle istituzioni. Una barbarie di tal genere avrebbe dovuto essere punita in maniera esemplare per valere da monito. Oggi, invece, si sa che dar fuoco a un ragazzo è cosa di poco conto. Mio figlio ha corso il rischio di morire più volte durante il ricovero ed avrei voluto che altri avesse vissuto al mio fianco quei momenti. Ha subito interventi chirurgici a ripetizione, circa 30 trasfusioni di sangue. E' stato affetto da setticemie gravissime e ancora oggi porta su di sè i gravissimi segni fisici e psicologici di un gesto selvaggio, privo di ogni logica e tra l'altro dettato da futili motivi. Mi costituirò parte civile e mi batterò come un leone fino in fondo - ha continuato Danzi - perchè ci sia giustizia e la società materana sia in grado di stroncare fin dal nascere episodi di tale efferatezza. Corre voce che il provvedimento sarebbe giustificato anche per la giovane età e per l'inesperienza degli indagati. Se così fosse si sarebbe trascurato di considerare che c'è un altro giovane inesperto segnato per tutta la vita e profondamente colpito psicologicamente in maniera preoccupante. Un giovane che, probabilmente, la famiglia sarà costretta ad allontanare da Matera per evitare allo stesso ulteriori problemi».
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