Non c'è pace nello stabilimento Fiat: i lavoratori sono contrari al turno delle ore 22 della sera di domenica, ma il loro «fronte» non è più del tutto unito
03 Ottobre 2005
MELFI (POTENZA) - Uno sciopero è stato proclamato e attuato, ieri sera, nello stabilimento di Melfi (Potenza) della Fiat - con adesione «totale» secondo la Fiom-Cgil, limitata al 48 per cento degli operai secondo l'azienda - e nelle aziende dell'indotto, ancora contro il turno di lavoro della domenica sera.
Lo sciopero, con presidi davanti ai cancelli, è stato proclamato nonostante l'accordo del 28 settembre scorso, con cui Fiat e sindacati (Fiom, Fim, Uilm, Failms, Fismic e Ugl) hanno stabilito che a Melfi - dove si produce la Grande Punto - si lavorerà su 17 turni settimanali. Tuttavia, l'azienda all'inizio di settembre aveva comunicato agli operai nuovi turni di lavoro, comprendendovi quello della domenica sera: un ritorno al passato, secondo la Fiat (dopo una sospensione di alcuni mesi per crisi di mercato), necessario peraltro per soddisfare le richieste dei clienti della Grande Punto. La Fiat, inoltre, ha spiegato di considerare temporaneo il 18/o turno, limitato cioè ad alcuni mesi: la durata (sempre secondo il gruppo torinese) dovrà essere stabilita in incontri con i sindacati.
Le organizzazioni dei lavoratori, però, sono contrarie al turno delle ore 22 della sera di domenica, ma il loro «fronte» non è più del tutto unito: nei giorni scorsi, infatti, la Fismic ha fatto sapere che non vi erano le condizioni per scioperare di nuovo ieri sera.
Secondo il segretario regionale della Basilicata della Fiom-Cgil, «la Fiat deve convocare in tempi rapidi i sindacati per avviare a realizzazione l'accordo sui 17 turni. Se la convocazione non arriverà - ha concluso Cillis - sarà deciso senza dubbio un inasprimento delle forme di lotta contro il turno della sera della domenica».
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