Il giallo di Sveva Ha scoperto il corpo «Chiusi io il pozzo»

di FABIO AMENDOLARA 

BARILE - «Il 7 agosto ho trovato il coperchio del pozzo aperto, ma non potevo immaginare quello che era accaduto e l’ho richiuso». Davide, il proprietario dell’azienda agricola di Barile in cui è stato trovato il corpo senza vita di Sveva Taffara, la ragazza di Settimo Torinese scomparsa il 6 agosto, rivela il rilevante particolare ai carabinieri.

Nella piccola stazione di Barile racconta per la prima volta al maresciallo Giuseppe Ricciato quello che è accaduto prima della scoperta del cadavere. Davide doveva partire per le vacanze in Spagna e il giorno prima era andato in campagna. Aveva trovato il vetro di una finestra rotto e la grata di ferro che la copre lesionato. Ha pensato che qualcuno avesse cercato di entrare nel casolare forzando la finestra. Ma l’operazione di effrazione alla fine non era riuscita e, per questo, Davide ha deciso di non denunciare subito l’accaduto ai carabinieri della stazione di Barile. La porta del pozzo aperta, invece, non l’aveva impensierito più di tanto. Perché il corpo di Sveva, lì dentro dalla sera prima o, forse, da quella stessa mattina, era sul fondo. 

Il testimone ha quindi riferito: «Ho chiuso il pozzo e sono partito per la Spagna». Sveva è rimasta lì per una quindicina di giorni (probabilmente dal 6 agosto, fino al 21). Il suo corpo, dopo essersi gonfiato, è risalito a galla. Così quando Davide è tornato dalla Spagna e ha riaperto il pozzo ha scoperto quello che era accaduto. Su una delle pareti del pozzo i carabinieri hanno fotografato degli evidenti graffi che Sveva potrebbe aver lasciato lì mentre cercava di salvarsi aggrappandosi con le unghie (aspetto importante, perché l’autopsia non è riuscita a chiarire se la ragazza sia morta annegata, in quanto lo stato dei polmoni, ormai putrefatti, non lo ha permesso. Potrebbe essere questo l’elemento che lascerebbe escludere la morte fuori dall’acqua). 

Era nuda, Sveva. I suoi vestiti sono stati trovati a qualche centinaio di metri, vicino a una fontana pubblica. Erano bagnati. E infatti alcuni testimoni hanno riferito ai carabinieri di aver visto Sveva, da sola, la sera del 6 agosto proprio vicino alla fontana. Come sia arrivata al casolare e poi al pozzo è l’elemento al centro del giallo. 

I carabinieri del Reparto operativo di Potenza e quelli della compagnia di Melfi - coordinati dal pubblico ministero Renato Arminio - stanno cercando di risalire all’ul - tima persona che ha incontrato Sveva. Perché l’uomo della Punto bianca ripreso dalle telecamere nell’area di servizio di San Nicola di Melfi mentre fa salire Sveva sull’auto, che è comunque un importante testimone, probabilmente non è l’ultima persona che ha incontrato la ragazza (così come l’uomo che riceve qualcosa da Sveva alla cassa dell’Autogrill o l’autista del bus con cui si ferma a parlare davanti alla stazione di servizio. Sono tutti elementi raccolti grazie alle telecamere presenti nella stazione di servizio in cui è arrivata la ragazza alle 18 del 6 agosto). Gli investigatori son convinti che la soluzione del giallo arriverà con la ricostruzione delle ultime ore di vita di Sveva.
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