Per uno sciopero rallenta la produzione della nuova Punto. Un altro stop previsto il 25 settembre. «La Regione Basilicata è pronta a fare la sua parte»
19 Settembre 2005
MELFI (POTENZA) - L'attività produttiva nella fabbrica di Melfi (Potenza) della Fiat - dove si costruisce in prevalenza la nuova Punto - è ripresa regolarmente stamani mentre ieri sera uno sciopero ha fatto «saltare» il turno delle ore 22, deciso nei giorni scorsi dall' azienda ma contestato dai sindacati.
Ieri sera, una manifestazione promossa da Cgil, Cisl e Uil si è svolta davanti ai cancelli della fabbrica e vi hanno partecipato - secondo fonti sindacali - circa 500 lavoratori. Il segretario regionale della Basilicata della Fiom-Cgil, Giuseppe Cillis, ha annunciato che l'assemblea generale dei lavoratori si svolgerà mercoledì prossimo, 21 settembre: in discussione sarà l' atteggiamento da tenere dopo la rottura delle trattative con l' azienda, che chiede l' aumento dei turni settimanali da 15 a 18 ma aveva presentato una proposta che avrebbe portato in via definitiva, da aprile 2006, a 17 turni. Intanto, è stato annunciato anche un nuovo sciopero, per la sera di domenica prossima, 25 settembre, con una nuova manifestazione e la partecipazione del segretario nazionale della Fiom, Gianni Rinaldini.
LA REGIONE PRONTA A FARE SUA PARTE
«La Regione Basilicata è pronta a fare la sua parte e a svolgere ogni utile iniziativa per favorire la ripresa del dialogo e giungere a una positiva conclusione della vertenza allo stabilimento Fiat di Melfi (Potenza)». Lo ha annunciato, in una nota diffusa dall'ufficio stampa della Giunta regionale, l'assessore alle attività produttive, Donato Salvatore, che ha manifestato la propria preoccupazione per la «battuta d'arresto del confronto tra sindacati e azienda, che sembrava avviato ad una positiva conclusione».
«Esprimo l'invito ad una ripresa del confronto e della trattativa - ha aggiunto - Salvatore - per riportarla nei termini di un giusto accordo capace di coniugare l'organizzazione del lavoro con le prospettive di un sito industriale che - ha concluso - sentiamo sempre più nostro e che intendiamo difendere».
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