Il cimitero è sacro no alle «scosciate»

di LUIGIA IERACE

Quella ragazzina con i pantaloncini così succinti che insieme alla madre camminava nel cimitero di Potenza, al parroco don Antonio Palo proprio non è andata giù. «Questo è un luogo sacro, richiede decoro», ha voluto dire a gran voce dal microfono dell’altare dopo la messa domenicale e non solo ai fedeli numerosi stipati nella piccola chiesa in una caldissima giornata d’estate. «Attivo l’impianto di amplificazione perché devono sentire tutti i presenti in questo momento nel cimitero, in questo luogo sacro, quello che ho da dire», ha esordito il sacerdote che si occupa della cura del cimitero con particolare attenzione a chi lo frequenta. 

Di fronte a una tale «sfrontatezza nel modo di vestire, veramente ridottissimo», don Antonio, infatti, non si è fermato, come ha raccontato ai fedeli, al richiamo alla ragazza, invitandola al rispetto del luogo che richiede l’uso di abiti più adeguati, e alla madre nel suo ruolo di educatrice. Forse proprio il fatto che quest’ultima abbia preso le difese della figlia, deve aver irritato a tal punto il sacerdote da dedicare quasi una seconda omelia, questa volta pubblica, all’e pisodio. Come un novello don Mimì ha biasimato la leggerezza dei costumi dei nostri giovani e ancor più quello dei genitori e delle famiglie. Mentre in chiesa il caldo saliva a mille. Diverse signore, anche di una certa età, indossavano abiti sbracciati, ma non erano certo osè. Eppure in tutte le chiese e i santuari si raccomanda la spalla coperta. Come per gli uomini si sconsiglia l’uso di pantaloncini e bermuda. E in chiesa domenica non mancavano. 

Ma gli «strali» del parroco erano tutti per quella ragazzina «scosciata». Come tante adolescenti che vediamo in via Pretoria, che incontriamo ogni giorno, che non sono sempre emblema di quella sfrontatezza che ha tanto offeso il parroco. È una gioventù che non deve essere additata nei viali di un cimitero. «Io l’ho vista, ha proprio ragione don Antonio. Che indisponenza quelle due», criticava una signora alimentando il chiacchiericcio nei viali di quel luogo sacro. Dove una donna e una ragazza, giovane, bella, con un pantaloncino, portavano dentro un pensiero che non si poteva vedere, per un loro caro defunto. Lungo i viali del cimitero sarebbe stato più giusto sentire risuonare la parola di Dio e non quella voce che accusava in pubblico. Vien da pensare ad altri messaggi cristiani. «Chi è senza peccato scagli la prima pietra».
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