I tre componenti principali della banda erano specializzati nel fare arrivare in Italia decine di brasiliani e poi di dotarli di documenti in base a presunte parentele locali
25 Maggio 2005
POTENZA - I tre presunti componenti principali di una banda specializzata nel fare arrivare in Italia decine di brasiliani - che poi venivano dotati di regolari documenti di identità, anche ricorrendo a fantasiose antiche parentele - sono stati arrestati stamani dalla Polizia di Stato, che ha operato nelle province di Potenza e di Cosenza.
Gli agenti della squadra mobile della Questura di Potenza hanno eseguito ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip, Alberto Iannuzzi, su richiesta dei pm della Direzione distrettuale antimafia, Felicia Genovese e Vincenzo Montemurro.
Le accuse sono quelle di aver costituito un'associazione per delinquere finalizzata all'immigrazione clandestina, oltre a peculato, ricettazione e falso.
La «base» dell'organizzazione, secondo le accuse, era in Val d'Agri, nel Potentino, fra Montemurro e Marsicovetere, dove operavano una donna brasiliana e un vigile urbano; l'altro presunto complice arrestato è un impiegato di un comune della provincia di Cosenza.
Gli immigrati pagavano alcune migliaia di euro per giungere in Basilicata dal Brasile, passando per la Gran Bretagna; ricevevano documenti regolari e poi, spesso, tornavano Oltremanica per lavorare, oppure facevano perdere le loro tracce.
La Polizia, che stamani ha operato con circa 100 agenti, ha effettuato - oltre ai tre arresti - decine di perquisizioni, sequestrando il materiale utilizzato per preparare «un passato» dal punto di vista anagrafico ai brasiliani che poi dovevano giungere in Italia.
L'operazione della Polizia è stata denominata «carioca». In totale, le persone indagate nell'inchiesta sono 33.
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