Potenza - Dal 20 maggio riapre palazzo Loffredo, nuovo Museo Archeologico
Era stato chiuso per il terremoto del 1980, sarà la sede della Soprintendenza per i beni archeologici della Basilicata
04 Maggio 2005
POTENZA - A quasi 25 anni dal terremoto del 1980, sarà riaperto venerdì 20 maggio a Potenza Palazzo Loffredo, che ospiterà il Museo Archeologico nazionale della Basilicata «Dinu Adamesteanu». Lo ha annunciato stamani, in un incontro con i giornalisti, il sindaco del capoluogo lucano, Vito Santarsiero.
Alla cerimonia di riapertura dell'edificio, costruito nel 1612 per volere del conte Enrico Loffredo, è stato invitato anche il Ministro per i beni culturali, Rocco Buttiglione, che nei prossimi giorni dovrà confermare la sua presenza a Potenza. Il museo è stato intitolato allo studioso di origine rumena, padre dell' archeologia lucana, morto nel 2003.
«Quella del 20 maggio - ha spiegato il primo cittadino - diventerà una data storica per la città di Potenza, che, con l' apertura di questo museo, punta a diventare un polo nazionale di riferimento per l' archeologia».
Il ristrutturato Palazzo Loffredo ospiterà anche la sede della Soprintendenza per i beni archeologici della Basilicata. «Con questa iniziativa - ha osservato Santarsiero - vogliamo invertire una tendenza che porta gli enti ad abbandonare il centro storico. Noi siamo convinti che Palazzo Loffredo possa tornare ad essere punto di riferimento culturale per la città di Potenza».
Secondo Santarsiero, la riapertura di Palazzo Loffredo «potrebbe rappresentare anche un importante volano per il rilancio turistico della citta. Ecco perchè stiamo pensando a trasformare largo Pignatari e piazza Duomo in zone pedonali, così da valorizzare tutta la bellezza del Palazzo».
Soddisfazione è stata espressa anche da parte del Direttore regionale della Basilicata per i Beni culturali, Paolo Scarpellini. «E' un momento importante - ha detto - non solo per la Basilicata, bensì per tutto il Sud Italia. Questa regione non aveva ancora un museo archeologico. Adesso il 'Dinu Adamesteanù diventerà la vetrina di un territorio molto ricco di reperti».
«Questo museo - ha aggiunto Marcello Tagliente, in rappresentanza della Soprintendenza per i beni archeologici della Basilicata - vuole testimoniare l'antica centralità nel Mediterraneo avuta da questa regione nel passato».
La Basilicata è stata un crocevia per diverse culture anche secondo Maria Luisa Nava, ex soprintendente archeologico lucano. «E' stato profuso un grande sforzo - ha concluso - per dare maggiore visibilità al lavoro di ricerca cominciato in Basilicata negli anni Sessanta da Dinu Adamesteanu, poi proseguito dai suoi collaboratori e ora culminato con l'apertura del Museo».
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