Una voragine sta prosciugando il lago Sirino
di SALVATORE LOVOI
Una voragine di circa due metri di diametro si è aperta domenica scorsa sulle sponde del Lago Sirino. Il livello, dello specchio lacustre - soggetto a fenomeni di svuotamento durante la stagione estiva - è calato sensibilmente destando grande preoccupazione nell'Amministrazione Comunale e gli operatori turistici del luogo. Dopo un tempestivo sopralluogo del sindaco, Antonio Filardi, con il tecnico comunale, Nicola Anania, si è provveduto a transennare l'area della crepa, per evitare danni alla pubblica incolumità, e chiesto un pronto e radicale intervento al Presidente della Giunta, agli assessorati Infrastrutture e Ambiente della Regione Basilicata. Nella nota, il primo cittadino di Nemoli denuncia che «il fenomeno, già verificatosi negli anni scorsi e più volte segnalato, è particolarmente grave con probabilità di ulteriore aggravamento e di pericolo per la pubblica incolumità».
Nella nota, inviata anche all'Anas, si mette in evidenza che «il problema appare aggravato da quando sono in corso i lavori di scavo e di palificazione sulla sovrastante autostrada del Sole; tanto è vero che l’inverno scorso il lago non ha mai raggiunto il massimo livello, cosa che non si verificava da diversi anni». Un motivo in più per intervenire con urgenza sia a supporto della tutela della pubblica incolumità che del bene ambientale stesso - conclude Filardi - sollecitando un sopralluogo congiunto al fine di individuare azioni comuni per arginare il fenomeno e programmare interventi a carattere risolutivo. Il dissesto in atto sul bacino - come si vede - non è nuovo e il consolidamento, delle rive dell'invaso, è stato chiesto più volte ai competenti uffici, ad iniziare dal 1985, quando si creò una fessura di eguali dimensioni più a monte. I lavori realizzati nel tempo (tamponamento con teli di juta, brecciame e sifonamento) hanno mitigato, per qualche anno, il problema ripresentatosi due anni fa e nei giorni scorsi.
Si è parlato di uno studio e di azioni mirate a risolvere, in via definitiva, l'annosa questione ma a più di cinque lustri siamo ancora a lettera morta. Intanto l'orifizio, creatosi sul lato sud ovest della SS 19 Consolare delle Calabrie, sta provocando una lenta emorragia con il rischio di alterare o pregiudicare l'equilibrio biologico della piccola coppa d'acqua. Il fragile destino del Lago, minuscolo gioiello naturale del Parco Nazionale dell'Appennino Lucano - anch'esso investito dell'emergenza - è appeso a un filo. La parola ora passa a chi tiene il capo del gomitolo.
Una voragine di circa due metri di diametro si è aperta domenica scorsa sulle sponde del Lago Sirino. Il livello, dello specchio lacustre - soggetto a fenomeni di svuotamento durante la stagione estiva - è calato sensibilmente destando grande preoccupazione nell'Amministrazione Comunale e gli operatori turistici del luogo. Dopo un tempestivo sopralluogo del sindaco, Antonio Filardi, con il tecnico comunale, Nicola Anania, si è provveduto a transennare l'area della crepa, per evitare danni alla pubblica incolumità, e chiesto un pronto e radicale intervento al Presidente della Giunta, agli assessorati Infrastrutture e Ambiente della Regione Basilicata. Nella nota, il primo cittadino di Nemoli denuncia che «il fenomeno, già verificatosi negli anni scorsi e più volte segnalato, è particolarmente grave con probabilità di ulteriore aggravamento e di pericolo per la pubblica incolumità».
Nella nota, inviata anche all'Anas, si mette in evidenza che «il problema appare aggravato da quando sono in corso i lavori di scavo e di palificazione sulla sovrastante autostrada del Sole; tanto è vero che l’inverno scorso il lago non ha mai raggiunto il massimo livello, cosa che non si verificava da diversi anni». Un motivo in più per intervenire con urgenza sia a supporto della tutela della pubblica incolumità che del bene ambientale stesso - conclude Filardi - sollecitando un sopralluogo congiunto al fine di individuare azioni comuni per arginare il fenomeno e programmare interventi a carattere risolutivo. Il dissesto in atto sul bacino - come si vede - non è nuovo e il consolidamento, delle rive dell'invaso, è stato chiesto più volte ai competenti uffici, ad iniziare dal 1985, quando si creò una fessura di eguali dimensioni più a monte. I lavori realizzati nel tempo (tamponamento con teli di juta, brecciame e sifonamento) hanno mitigato, per qualche anno, il problema ripresentatosi due anni fa e nei giorni scorsi.
Si è parlato di uno studio e di azioni mirate a risolvere, in via definitiva, l'annosa questione ma a più di cinque lustri siamo ancora a lettera morta. Intanto l'orifizio, creatosi sul lato sud ovest della SS 19 Consolare delle Calabrie, sta provocando una lenta emorragia con il rischio di alterare o pregiudicare l'equilibrio biologico della piccola coppa d'acqua. Il fragile destino del Lago, minuscolo gioiello naturale del Parco Nazionale dell'Appennino Lucano - anch'esso investito dell'emergenza - è appeso a un filo. La parola ora passa a chi tiene il capo del gomitolo.