Frode e associazione Potenza Sport Club finisce sotto inchiesta
di FABIO AMENDOLARA
«Operazioni commerciali inesistenti», le definiscono gli investigatori del comando provinciale di Salerno della Guardia di finanza che ritengono di aver ricostruito a carico della Nipa Srl e del Potenza Sport club Srl, società attive da anni nel campo delle telecomunicazioni e del settore calcistico, «uno dei più articolati sistemi di frode al fisco, con riflessi su tutto il territorio nazionale». Si tratta di un bel gruzzoletto: due milioni di euro, raccolti «utilizzando - secondo la ricostruzione degli investigatori della Guardia di finanza - fatture per operazioni oggettivamente inesistenti, emesse da società salernitane compiacenti (risultate prive di qualsivoglia struttura patrimoniale e organizzativa e formalmente rappresentate da veri e propri prestanome)». Quelle fatturazioni avrebbero creato il presupposto materiale e giuridico per dedurre indebitamente costi e Iva. «Danno all’erario», lo chiama il sostituto procuratore Vincenzo Senatore, magistrato che ha curato l’inchiesta.
L’IPOTESI - Il pubblico ministero sospetta che quei soldi siano stati usati per pagare «in nero» parte dei contratti dei calciatori per la stagione calcistica 2006-2007.
GLI INDAGATI - Ieri mattina l’aliquota di polizia giudiziaria della Guardia di finanza ha completato le notifiche dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari. Gli indagati sono cinque: Giuseppe Postiglione, 29 anni, patron del Potenza Sport club, Pasquale Giuzio, 47 anni, responsabile organizzativo all’epoca dei fatti, Espedito Esposito, 46 anni, commercialista di Salerno, consulente aziendale del Potenza Sport club, Palma Ida Tor torelli, mamma e socia di Postiglione, e Donato Di Sabato, responsabile dell’area commerciale del Potenza Sport club. «Un’associazione a delinquere», secondo gli investigatori.
L’ACCUSA - «Gli ulteriori e più approfonditi accertamenti di polizia giudiziaria - scrivono gli investigatori - hanno consentito di accertare che gli amministratori delle società coinvolte erano, in realtà, fra loro collegati e tutti facenti capo a uno studio commercialistico salernitano». Ma come avveniva la frode? Venivano create «società ad hoc» che simulavano operazioni commerciali che in realtà non avvenivano, tramite l’emissione di false fatture. «Basti pensare - spiegano gli investigatori - che la società Potenza Sport club Srl aveva emesso fatture nei confronti delle società salernitane per circa 300mila euro, per prestazioni asseritamente offerte in un arco temporale in cui gli accertamenti hanno permesso di appurare che erano state disputate solo due gare casalinghe ». Il Potenza Sport club, poi, per compensare l’ingente perdita contratta nella gestione agonistica 2006-2007, ha «esposto» nel bilancio dell’anno successivo «sia i fittizi proventi derivanti dalle prestazioni pubblicitarie rese alle società salernitane - sostengono gli investigatori - sia minori costi derivanti dai contratti stipulati con i propri calciatori». Che, però, venivano comunque pagati a tariffa piena da una delle finte società salernitane. In nero.
«Operazioni commerciali inesistenti», le definiscono gli investigatori del comando provinciale di Salerno della Guardia di finanza che ritengono di aver ricostruito a carico della Nipa Srl e del Potenza Sport club Srl, società attive da anni nel campo delle telecomunicazioni e del settore calcistico, «uno dei più articolati sistemi di frode al fisco, con riflessi su tutto il territorio nazionale». Si tratta di un bel gruzzoletto: due milioni di euro, raccolti «utilizzando - secondo la ricostruzione degli investigatori della Guardia di finanza - fatture per operazioni oggettivamente inesistenti, emesse da società salernitane compiacenti (risultate prive di qualsivoglia struttura patrimoniale e organizzativa e formalmente rappresentate da veri e propri prestanome)». Quelle fatturazioni avrebbero creato il presupposto materiale e giuridico per dedurre indebitamente costi e Iva. «Danno all’erario», lo chiama il sostituto procuratore Vincenzo Senatore, magistrato che ha curato l’inchiesta.
L’IPOTESI - Il pubblico ministero sospetta che quei soldi siano stati usati per pagare «in nero» parte dei contratti dei calciatori per la stagione calcistica 2006-2007.
GLI INDAGATI - Ieri mattina l’aliquota di polizia giudiziaria della Guardia di finanza ha completato le notifiche dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari. Gli indagati sono cinque: Giuseppe Postiglione, 29 anni, patron del Potenza Sport club, Pasquale Giuzio, 47 anni, responsabile organizzativo all’epoca dei fatti, Espedito Esposito, 46 anni, commercialista di Salerno, consulente aziendale del Potenza Sport club, Palma Ida Tor torelli, mamma e socia di Postiglione, e Donato Di Sabato, responsabile dell’area commerciale del Potenza Sport club. «Un’associazione a delinquere», secondo gli investigatori.
L’ACCUSA - «Gli ulteriori e più approfonditi accertamenti di polizia giudiziaria - scrivono gli investigatori - hanno consentito di accertare che gli amministratori delle società coinvolte erano, in realtà, fra loro collegati e tutti facenti capo a uno studio commercialistico salernitano». Ma come avveniva la frode? Venivano create «società ad hoc» che simulavano operazioni commerciali che in realtà non avvenivano, tramite l’emissione di false fatture. «Basti pensare - spiegano gli investigatori - che la società Potenza Sport club Srl aveva emesso fatture nei confronti delle società salernitane per circa 300mila euro, per prestazioni asseritamente offerte in un arco temporale in cui gli accertamenti hanno permesso di appurare che erano state disputate solo due gare casalinghe ». Il Potenza Sport club, poi, per compensare l’ingente perdita contratta nella gestione agonistica 2006-2007, ha «esposto» nel bilancio dell’anno successivo «sia i fittizi proventi derivanti dalle prestazioni pubblicitarie rese alle società salernitane - sostengono gli investigatori - sia minori costi derivanti dai contratti stipulati con i propri calciatori». Che, però, venivano comunque pagati a tariffa piena da una delle finte società salernitane. In nero.