Restivo torna in aula incroci con Elisa sul suo vizio dei capelli

POTENZA - Riprende oggi in Inghilterra il processo a carico di Danilo Restivo, l’uomo accusato dell’omicidio della sarta Heather Barnett, avvenuto nel 2002, e sospettato anche di aver ucciso Elisa Claps, il cui cadavere è stato trovato il 17 marzo 2010 nel sottotetto della chiesa della Trinità, a Potenza.

Prosegue la fase «italiana» del dibattimento: dopo le testimonianze in videoconferenza di poliziotti, medici e del fratello di Elisa, Gildo, che si è recato personalmente a Winchester, dov’è in corso il processo, oggi tocca al professor Francesco Introna, anatomopatologo del policlinico di Bari comparire davanti ai giudici inglesi. Il medico legale dovrà illustrare la consulenza tecnica dell’autopsia eseguita sul cadavere di Elisa. Occhi puntati, in particolare, sul taglio delle ciocche dei capelli, elemento che accomuna i delitti di Heather Barnett e della potentina Claps. Per i giudici inglesi si tratta di un fattore importante ai fini dell’indagine. Anche perché a Bournemouth, nel sud dell’Inghilterra, dove si era trasferito Restivo, alcune ragazze hanno denunciato l’uomo accusandolo di aver loro tagliato i capelli. Insomma, potrebbe essere questa la firma dell’assassino, il tassello principale del mosaico che inchioda l’indagato.

Quella di tagliare ciocche alle ragazze è un vizio che risale al periodo dell’adolescenza di Restivo, trascorsa nel capoluogo lucano. Numerose le segnalazioni di chiome «sfregiate» dalla sua mania. Tanti episodi, uno dei quali è stato anche al centro della testimonianza di una coppia potentina durante il processo inglese: «Eravamo al cinema e Restivo era dietro di noi. Ci siamo accorti che mentre tagliava i capelli alla ragazza si masturbava».

Ma da dove nasce questa sua «ossessione tricologica»? Simonetta Costanzo, criminologa, psichiatra e docente di psicopedagogia all'Università di Calabria, sostiene che «colui il quale taglia i capelli alle donne, generalmente, lo fa perché lancia un messaggio chiaro, vuole impossessarsene, soggiogarla, ma la teme. Il tutto - aggiunge - palesa un problematico rapporto con il sesso femminile dovuto ad un ancestrale timore della mamma, il rapporto fallico. Colui il quale compie questi gesti - conclude - solitamente nell’infanzia ha vissuto rapporti non sereni con la madre, spesso di incomunicabilità, compensati da un padre iperprotettivo».


ma.bra.
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