Basilicata - I vescovi: magistratura faccia il bene della comunità
Un'ampia parte del messaggio in vista del Natale si riferisce all'inchiesta «Iena due» su mafia, politica e affari. «La nostra regione - si legge - è degna di stima e di rispetto»
21 Dicembre 2004
POTENZA - I vescovi della Basilicata nutrono «la sicura fiducia che la magistratura tenderà a realizzare esclusivamente il bene della comunità»: è una delle frasi più significative del messaggio dei vescovi lucani in vista del Natale e che contiene un' ampia parte che si riferisce all' inchiesta «Iena due» su mafia, politica e affari.
I vescovi hanno evidenziato «la sorpresa, lo sgomento, la sofferenza e la giustificata preoccupazione causata in noi dall' immagine negativa della regione, emersa dai mezzi di comunicazione, mentre si offrivano notizie riguardanti i recenti, dolorosi avvenimenti giudiziari. Il Signore, che nel Natale si è fatto vicino ad ogni uomo - continua il messaggio - consoli le famiglie provate dal sospetto e dall' angoscia, doni la chiarezza di una coscienza limpida e luminosa, indichi la strada della legalità, della giustizia, della solidarietà e della pace».
Nell' esprimere, quindi, «la doverosa considerazione che merita l' opera della magistratura», i vescovi hanno dichiarato la loro «sicura fiducia che essa tenderà a realizzare esclusivamente il bene della comunità. Formuliamo, perciò, l' augurio che il lavoro dei magistrati doni nuova serenità, garantendo la sicurezza della comunità e la dignità della persona. La nostra regione è degna di stima e di rispetto».
I vescovi, nel sottolineare «l' integrità sostanziale del tessuto sociale della Basilicata», hanno detto che la regione potrà essere salvata «da attacchi violenti soltanto se sapremo, tutti insieme, inaugurare una nuova stagione di reale partecipazione democratica e di educazione alla legalità».
Il messaggio indica la necessità di operare per «i fratelli poveri o sulla soglia della povertà», per i «bambini denutriti e maltrattati», gli affamati, i profughi e i senzatetto, i disoccupati: «Sono giovani in cerca di prima occupazione - spiega la nota dei vescovi - donne e uomini maturi, donne rimaste sole con i loro bambini». Infine, il messaggio ricorda le famiglie e gli «attacchi di ogni genere» a cui è sottoposta e le conseguenze del terrorismo e delle guerre.
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