POTENZA - Il giornalista della redazione di Potenza del quotidiano «La Gazzetta del Mezzogiorno», Giovanni Rivelli, e il fotografo potentino Toni Vece sono stati interrogati oggi, come persone informate sui fatti, dal Procuratore generale del capoluogo lucano, Vincenzo Tufano, a seguito di un esposto di avvocati potentini su possibili fughe di notizie in occasione dell' operazione Iena 2, su presunte collusioni mafia-politica-affari.
L' esposto degli avvocati ha chiesto alla Procura generale di verificare chi aveva informato il giornalista e il fotografo dell' operazione, scattata all' alba del 22 novembre scorso. Rivelli e Vece si erano trovati di fronte al comando provinciale dei carabinieri di Potenza nel momento in cui venivano condotti lì alcuni dei 51 arrestati, in particolare il presidente della Camera Penale di Basilicata, l' avvocato Piervito Bardi (che era stato anche fotografato da Vece fra due militari). Il legale è stato poi rimesso in libertà dal Tribunale del Riesame.
Gli avvocati hanno già chiesto un' ispezione alla Procura della Repubblica di Potenza a causa di Iena 2.
I legali nel loro esposto hanno chiesto anche di accertare la presenza del giornalista e del fotografo in occasione di un sequestro di un caseificio a Filiano (Potenza) il 16 novembre scorso (sequestro chiesto nell' ambito di una indagine per truffa dallo stesso pm di Iena 2, Vincenzo Montemurro, e annullato poi dal Riesame).
Rivelli è stato sentito dal procuratore generale dalle ore 11 alle 12.35, Vece dalle 12.35 alle 13.15. Il giornalista ha spiegato di essersi accorto che l' operazione era scattata dopo essere stato fermato più volte nella notte dai carabinieri ed aver sentito e visto il loro elicottero sorvolare la città. A quell' ora, intorno alle 4 del mattino, avrebbe allertato il fotografo e avrebbe raggiunto con lui il comando provinciale dell' Arma (versione confermata da Vece).
Riguardo al sequestro del caseificio, il giornalista e il fotografo hanno negato di aver saputo dell' operazione prima che venisse resa nota in una conferenza stampa, smentendo la circostanza (prospettata nell' esposto) di essere stati presenti al momento del sequestro.
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