MATERA - L'annunciata chiusura del pastificio della Barilla a Matera dal primo gennaio del 2006 ed il piano di riorganizzazione industriale del gruppo alimentare al Sud sono stati al centro di un "question time" (interrogazione a risposta immediata) presentata dai Ds alla Camera oggi. Mentre i 120 lavoratori del noto pastificio, riuniti in assemblea con i sindacati, hanno proclamato uno sciopero di quattro ore per il 10 novembre prossimo come risposta alla decisione della Barilla di dismettere lo stabilimento e di trasferirne le attività a Foggia e Caserta.
L'interrogazione è stata illustrata dal deputato materano Salvatore Adduce che, presentando il piano di riorganizzazione aziendale nel ramo "pasta di semola", ha ricordato che «la Barilla chiude lo stabilimento di Matera, tra i più produttivi del gruppo (costruito, peraltro, con i famigerati fondi del terremoto del 1980), chiude il mulino di Termoli, trasferisce il centro di ricerca e sviluppo di Foggia a Parma, cessa la produzione di fette biscottate a Caserta». «Poichè il settore della pasta è un pezzo della storia meridionale - ha detto Adduce - ci aspettiamo serie iniziative del Governo per scongiurare le chiusure annunciate».
«Siamo molto preoccupati - ha proseguito - e sosterremo tutte le iniziative dei lavoratori. Per questo abbiamo presentato subito un'interrogazione in Parlamento».
LA RISPOSTA DI GIOVANARDI, LA REPLICA DI BARBIERI (DS) Al "question time" ha risposto il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi, che ha fatto presente che «il ministero delle Attività produttive - pur manifestandosi disponibile a porre in essere tutto quanto può essere utile per la salvaguardia delle attività produttive e dei livelli occupazionali, specialmente nel meridione - non può interferire nella politica aziendale di una società a meno che non venga richiesta l'apertura di una vertenza al fine di esaminare la problematica di volta in volta evidenziata».
La replica alla risposta del governo è stata del responsabile del dipartimento Mezzogiorno dei Ds, Roberto Barbieri, che ha dichiarato l'insoddisfazione «per una risposta che, in pratica, affermando che il ministero non può interferire nelle vicende aziendale, fa abdicare la politica al suo ruolo». Barbieri ha infine invitato il governo a monitorare la situazione soprattutto con riferimento allo stabilimento di Matera. Non sono mancati inviti ad una politica economica, nella legge Finanziaria, che favorisca ed incentivi gli investimenti nel Sud e consenta alle aziende di espandersi.
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