Il presidente della Regione, Filippo Bubbico, intervenendo all'inaugurazione della Fiera del Levante: «Trovo - ha detto ancora Bubbico - che Berlusconi non possa scaricare le difficoltà del Governo sulle Regioni»
11 Settembre 2004
BARI - «Sulla questione del federalismo ho sentito commenti anche di autorevoli esponenti della Casa delle libertà segnati dalla profonda delusione»: è l' opinione del presidente della Regione Basilicata, Filippo Bubbico, intervenuto oggi a Bari alla cerimonia inaugurale della Fiera del Levante.
E riferendosi agli accenni sul federalismo fatti dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, Bubbico ritiene che «anche qui non sono venute indicazioni abbastanza chiare perchè il decreto legislativo 56 del 2000 è stato emanato in ragione di una legge delega». Quest' ultima - ha aggiunto - prevedeva che gli effetti distorsivi che eventualmente dovessero essere riscontrati nella fase di applicazione del decreto stesso, potessero essere corretti con un provvedimento di pari efficacia da parte del Governo.
Nel 2001, anno di prima applicazione di quel decreto, «si è visto - secondo il presidente della Regione Basilicata - quanto risultasse squilibrante per nove regioni, così come ha detto il presidente del Consiglio; non si capisce perchè non si provveda a correggere quel decreto così come la legge delega prevede».
«Trovo - ha detto ancora Bubbico - che Berlusconi non possa scaricare le difficoltà del Governo sulle Regioni perchè non è assolutamente vero che le Regioni spendono senza dar conto a nessuno: le Regioni in questi anni hanno costruito percorsi molto impegnativi non solo per recuperare spazi di manovra in ciascuna delle realtà regionali ma anche per pareggiare i conti, per risolvere situazioni pregresse». «E' dimostrabile - ha proseguito - quanto sia stato virtuoso il lavoro fatto dalle Regioni prescindendo anche dagli orientamenti politici e in particolare nel Mezzogiorno».
Per il presidente della Regione Basilicata, quindi, quello di Berlusconi è «un giudizio inesatto e ingeneroso». «Non si può dire - ha rilevato - che l'interesse nazionale deve essere garantito attraverso una riforma che di fatto non si capisce cosa voglia riformare perchè già oggi la tutela della salute o il diritto all'istruzione sono sanciti dalla Costituzione e le Regioni hanno l'autonomia di natura organizzativa».
«Complessivamente - ha concluso - il quadro non mi pare in grado di assicurare non solo quel clima di serenità ma anche di fiducia necessaria; non mi pare che si corrisponda all' impegno e al lavoro che le Regioni stanno producendo per contribuire allo sviluppo e alla crescita del Paese».
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