Potenza - Prosciolti amministratori Banca di Credito Cooperativo di Corleto Perticara
In 14 erano stati accusati di abusiva gestione del credito, appropriazione indebita e false comunicazioni sociali. L'indagine partita dalla Banca d'Italia
14 Luglio 2004
POTENZA - Sono stati prosciolti stamani dal gup di Potenza Alberto Iannuzzi i 14 tra dirigenti e componenti del consiglio di amministrazione della Banca di Credito Cooperativo di Corleto Perticara (Potenza) imputati di abusiva gestione del credito, appropriazione indebita e false comunicazioni sociali. Il pm Claudia De Luca aveva chiesto il rinvio a giudizio.
I 14 sono stati prosciolti dall' accusa di abusiva gestione del credito perchè il fatto non è più previsto come reato dalla nuova legge sul falso in bilancio. Secondo il pm, gli amministratori dal '96 al '99 avrebbero prestato denaro a parenti e conoscenti per far sottoscrivere agli stessi quote del capitale della banca. Il proscioglimento dalla accusa di appropriazione indebita è stato deciso perché il fatto non sussiste. Il pm aveva sostenuto che gli imputati avrebbero erogato prestiti senza le necessarie garanzie.
Il gup ha prosciolto i 14 dall' accusa di false comunicazioni sociali per difetto di querela. Secondo la legge del 2002 sul falso in bilancio era necessario che le eventuali parti lese presentassero querela entro tre mesi dall' approvazione della stessa legge, cosa che non è avvenuta.
L' inchiesta, che era stata condotta dal pm Francesco Basentini, era partita nel 2000 da una ispezione della Banca d'Italia, che aveva ravvisato eccessive esposizioni nella gestione dei finanziamenti. La Banca di Credito Cooperativo (i cui clienti erano piccoli agricoltori e commercianti) era stata commissariata e in seguito ceduta alla banca Popolare di Puglia e Basilicata.
Gli imputati assolti sono l'ex presidente Angelo Motta, l'ex direttore Rocco Motta, gli ex consiglieri Arduino Federici, Ottorino Mac Beth De Franchi, Giuseppe Maria De Bellis, Mario Di Corleto, Domenico D' Onofrio, Antonio Lo Giodice, Antonio Lombardi, Fausto Marchese, Rocco Greco, Olevardo Di Sanzo, Francesco Cavallo, Eduardo De Fina.
«Nel corso delle indagini - ha detto il difensore di Angelo Motta, l'avvocato Savino Murro - erano emersi degli evidenti contrasti tra le conclusioni del consulente del pm e la relazione del commissario straordinario, che aveva invece evidenziato la regolarità del comportamento degli amministratori».
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