di ANTONIO LO CAMPO Le regioni maggiormente colpite dal disastroso terremoto di Haiti vengono tenute sotto controllo anche dai satelliti italiani. Da lassù, in orbita a 620 chilometri dal nostro pianeta, gli occhi elettronici riprendono con continuità immagini delle aree colpite, e forniscono un contributo per le organizzazioni di soccorso ed emergenza. In particolare, ad essere maggiormente coinvolti nelle operazioni spaziali per Haiti, è la costellazione di satelliti Cosmo- Skymed. E poi vi sono i centri di terra, che inviano, elaborano e raccolgono dati e immagini, e che per Cosmo- Skymed vede impegnata la società e-Geos, che ospita una delle sue sedi a Matera, un centro d’eccellenza a livello internazionale
30 Gennaio 2010
Le regioni maggiormente colpite dal disastroso terremoto di Haiti vengono tenute sotto controllo anche dai satelliti italiani. Da lassù, in orbita a 620 chilometri dal nostro pianeta, gli occhi elettronici riprendono con continuità immagini delle aree colpite, e forniscono un contributo per le organizzazioni di soccorso ed emergenza. In particolare, ad essere maggiormente coinvolti nelle operazioni spaziali per Haiti, è la costellazione di satelliti Cosmo- Skymed, un programma congiunto tra Ministero della Difesa e Agenzia Spaziale Italiana, che vede Thales Alenia Space Italia nel ruolo di capo-commessa per la realizzazione dei quattro satelliti della rete spaziale, tre dei quali già in orbita, mentre il quarto verrà lanciato il prossimo ottobre.
E poi vi sono i centri di terra, che inviano, elaborano e raccolgono dati e immagini, e che per Cosmo- Skymed vede impegnata la società e-Geos, che ospita una delle sue sedi a Matera, un centro d’eccellenza a livello internazionale per il telerilevamento e osservazione della Terra dallo spazio. La prima immagine scattata dai satelliti italiani è datata 14 gennaio 2010 e altre sono arrivate in seguito: si tratta di fotografie Spot (cioè ad alta risoluzione) della capitale Port-au-Prince.
«Le immagini delle aree colpite vengono confrontate con quelle che i satelliti avevano già ripreso prima del terremoto », spiega Sandro Fagioli, direttore di Cosmo-Skymed per Thales Alenia Space Italia – «e questo non perché gli obiettivi fossero puntati in particolare su quella regione, ma perché i nostri satelliti ogni giorno riprendono regioni di quasi tutto il pianeta, poiché ruotano in orbite polari e tutti e tre assieme garantiscono una grande continuità di passaggi su gran parte del pianeta. Ogni satellite è in grado di scattare 450 fotografie al giorno, e quindi più di 1300 da parte di tutti e tre».
«I nostri satelliti hanno subito inviato immagini» – a ggiunge Fagioli – «perché sono tra i più avanzati finora realizzati nel campo delle tecnica d’osservazione radar. Possono cioè effettuare riprese 24 ore su 24 anche di notte, e in ogni condizione meteo, scrutando sotto le nubi, a differenza di altri satelliti che operano con immagini ottiche. Questo, assieme alla grande capacità di risoluzione a terra, risulta fondamentale per osservare in dettaglio le zone maggiormente colpite, e sapere in anticipo, come già fu fatto nel 2008 per il terremoto in Cina, quali tragitti sono più sicuri per organizzare le missioni di soccorso». Chiave di volta per elaborazione di dati e immagini è e-GEOS (una società comune tra Telespazio e ASI) che ha sedi anche a Roma (Pratica di Mare) e Matera, e che fornisce immagini e mappe satellitari delle aree colpite. (Antonio Lo Campo)
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