Nei giorni precedenti la notizia della richiesta di revocazione si è parlato moto dell’illegitimità di questo strumento per riaprire un processo di illecito sportivo per i quale erà già stata emessa una sentenza. Il legale del club: «Si può fare in presenza “fatti” nuovi. Si parla di una serie di sms (quelli di minaccia per intenderci, denunciati da Postiglione prima del match con i granata, ndr) che sarebbero partiti da utenze vicine al presidente»
22 Gennaio 2010
di Sandro Maiorella
POTENZA - La squadra si è ricomposta. L’avvocato Edoardo Chiacchio da Roma, dove si è recato per ritirare gli atti (un dischetto, ormai la tecnologia la fa da padrone anche in campo giuridico) relativi al processo che tra fine febbraio e metà marzo, vedrà sul banco degli «imputati» il Potenza Sport Club, ha confermato che il collegio di difesa della società rossoblù sarà composto anche dagli avvocati Cozzone, Fiorillo e Di Ciommo.
Insomma il poker vincente del primo processo su Potenza-Salernitana (agosto 2008) si ritrova per cercare di tirare fuori ancora una volta la società rossoblù dalle «secche» della giustizia sportiva. Un compito arduo considerato la posizione assunta dal Procuratore Stefano Palazzi (all’attuale inchiesta non prende parte il Sostituto procuratore Rocco Brienza, che ha voluto puntualizzare la sua estraneità) che insieme alla richiesta di revocazione del precedente processo ha depositato presso la Corte di Giustizia federale, tutta una serie di documenti, molti dei quali legati all’inchiesta della giustizia ordinaria, per dimostrare la responsabilità dei tesserati rossoblù (Postiglione e Giuzio) nel «presunto» illecito sportivo e di conseguenza della società rossoblù.
«Ho appena avuto il dischetto contenente gli atti - ha spiegato il legale campano - ora inizia il nostro lavoro. Dobbiamo prima di tutto leggere attentamente per capire cosa la Procura federale ha individuato e poi preparare la nostra memoria difensiva. Abbiamo solo tre giorni di tempo per cui con i colleghi Cozzone, Fiorillo siamo già impegnatissimi. Nelle prossime ci raggiungerà anche Di Ciommo così da ricostituire lo staff che ha già seguito il caso».
Nei giorni precedenti la notizia della richiesta di revocazione si è parlato moto dell’illegitimità di questo strumento per riaprire un processo di illecito sportivo per i quale erà già stata emessa una sentenza. «Si può fare - ha spiegato l’avvocato Chiacchio - solo in presenza “fatti” nuovi. nel caso specifico, secondo la procura di fatti nuovi ve ne sarebbero diversi. Senza entrare nello specifico anche perché dobbiamo ancora verificarne la validità, si parla di una serie di sms (quelli di minaccia per intenderci, denunciati da Postiglione prima del match con i granata, ndr) che, sempre a detta della Procura federale, sarebbero partiti da utenze vicine al presidente e, cosa che nel primo procedimento non era venuto fuori. Proprio gli sms avevano favorita la nostra posizione. Dobbiamo dunque analizzare il tutto prima di parlare o meno di illegitimità».
Insomma un «fatto» nuovo, secondo la procura c’è, e non sarebbe il solo. Ce ne sarebbero altri ancora più consistenti sui quali la difesa dovrà fare attenzione e cercare di smontare. «Ho già detto al direttore generale Galigani e all’amministratore unico Arcieri - ha spiegato il legale campano - che è necessario relativamente a questi famosi sms, la necessità di avere un consulente di parte per cercare di dimostrare il contrario o quanto meno minare questa certezza. Noi siamo avvocati e per questi tecnicismi ci vogliono dei professionisti del settore». Siamo solo al primo round. Per il momento non si può dire altro. Bisognerà aspettare almeno un paio di giorni per capire come si muoverà la «difesa» rossoblù. «Un fatto è certo - ha concluso l’avvocato Chiacchio - noi lotteremo per salvare questa società».
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