Magdi Cristiano Allam probabile candidato presidente alla Regione Basilicata con il sostegno del Pdl. Se il presidente Silvio Berlusconi voleva sparigliare le carte e ottenere un effetto mediatico, almeno alla prima mano, l’obiettivo può considerarsi raggiunto. E non soltanto perché la prima conferma, da parte del diretto interessato, è venuta durante «Porta a porta»
22 Gennaio 2010
di Mimmo Sammartino
POTENZA - Magdi Cristiano Allam probabile candidato presidente alla Regione Basilicata con il sostegno del Pdl. Se il presidente Silvio Berlusconi voleva sparigliare le carte e ottenere un effetto mediatico, almeno alla prima mano, l’obiettivo può considerarsi raggiunto. E non soltanto perché la prima conferma, da parte del diretto interessato, è venuta, in viva voce (telefonica), durante la trasmissione «Porta a porta» su Raiuno. Ieri c’è stato l’incontro con Berlusconi e si continua a lavorare per costituire «una lista del presidente, sostenuta dal Pdl e da altre liste» schierate per la candidatura del giornalista, ora europarlamentare, di origine egiziana.
Ma come l’ha presa la classe dirigente pidiellina lucana? Si preferisce evitare dichiarazioni di petto. Ma i «boatos» raccontano innanzitutto di un effetto sorpresa che ha spiazzato tutte le possibili aspettative. Per «il Pdl oltre il Pdl», il partito che raccoglie i moderati di destra e di centro, avevano pensato a nomi provenienti da Confindustria, a esperienze politiche della diaspora (che abiuravano il loro passato di centrosinistra), ma non avevano immaginato una soluzione di questo tipo.
Il gruppo dirigente del centrodestra lucano ha cominciato a discuterne al proprio interno. Ufficialmente dice: è una ipotesi di lavoro e sicuramente non manca di impatto mediatico. Potrebbe rivelarsi una bella vetrina per tutte le questioni della Basilicata che, sino a oggi, sono state costrette in una sorta di cono d’ombra localistico. Con Allam, sicuramente, potrebbe cambiare musica. Però, com’è ovvio e fisiologico, c’è chi ha espresso forte perplessità per questa scelta e ci sono i possibilisti. I perplessi leggono la candidatura Allam come una imposizione dall’alto e una scelta scollegata da chi vive e opera sul territorio lucano, una sorta di usurpazione e di delegittimazione. Sul fronte dei possibilisti, accanto a chi è interessato a un mutamento delle attuali gerarchie interne al partito, c’è chi svolge un altro ragionamento.
Primo: una candidatura, come quella di Allam, oltre all’indubitabile forte impatto mediatico («per una volta si sta parlando in Italia della Basilicata») rompe l’orizzonte delle scelte «scontate» e tende a sbloccare un circuito (quello lucano) che appare da sempre chiuso e destinato a girare su se stesso.
Due: uno come Allam, già noto giornalista e uomo di cultura, già europarlamentare, non ha bisogno della Basilicata per costruirsi una carriera. Dunque si può credere che effettivamente, come lui stesso ha sostenuto, desideri - lui, uomo del Mediterraneo - fare una battaglia in una regione del Mediterraneo. Nel segno della contaminazione fra mondi e culture.
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