Regionali lucane a Roma il «nodo» del candidato Pdl
di GIOVANNI RIVELLI Bella grana per il coordinatore regionale del Pdl di Basilicata Guido Viceconte: meglio mettere in campo il «non allineato» sindaco di Melfi, Ernesto Alfonso Navazio, o lasciare spazio ai «competitori interni» degli ex An, con la candidatura di Egidio Digilio? Il «nodo» sarà sciolto questa mattina sul tavolo romano su cui affronteranno la questione coi coordinatori nazionali Denis Verdini, Ignazio Larussa e Sandro Bondi con il «commitment» di pervenire a quella decisione che il leader Silvio Berlusconi vuole annunciare venerdì
20 Gennaio 2010
POTENZA - Il coordinatore regionale del Pdl di Basilicata Guido Viceconte, potrebbe trovarsi nella condizione di chi, scacchisticamente parlando è sotto forchetta: deve fare la prima mossa, ma qualunque cosa farà perderà «un pezzo». O cioè, mette in campo il «non allineato» sindaco di Melfi, Ernesto Alfonso Navazio, o lascia spazio ai «competitori interni» degli ex An, con la candidatura di Egidio Digilio che già da qualche giorno parla da leader del centrodestra lucano e accetterebbe di allontanarsi dal comodo seggio di Palazzo Madama e intraprendere una battaglia difficile se non disperata (ancora ieri il presidente della Ipsos Nando Pagnoncelli ha dato per certa la vittoria del centrosinistra in Basilicata) solo con la garanzia di poter dare la propria impronta al partito.
Il «nodo» sarà sciolto questa mattina sul tavolo romano su cui affronteranno la questione coi coordinatori nazionali Denis Verdini, Ignazio Larussa e Sandro Bondi con il «commitment» di pervenire a quella decisione che il leader Silvio Berlusconi vuole annunciare venerdì con tutte le altre candidature ai vertici delle Regioni in lizza.
Certo, la partita non è chiusa a questi due nomi. Ma, venute meno tutte le alleanze, si parla comunque di un uomo «riconoscibile e di punta», insomma proprio la linea indicata qualche giorno fa da Digilio. Altri nomi? Quello di Viceconte (ma dovrebbe ripiegarsi sulla Basilicata invece di «tessere» rapporti a Roma), gli altri parlamentari e, qualcuno, lancia l’amo in direzione di Buccico che, dal canto suo, sia pur un’ipotesi regionale che per una ricandidatura a sindaco, fa tutt’altro che sgomitare, certo del suo «peso», dimostrato con l’incontro di «Lucania Futuro» di sabato scorso a Matera, e delle difficoltà della coalizione a trovare nomi spendibili.
Così i «bookmakers» accreditano in pole position Digilio che pure, a sua volta, capita l’aria temporeggia e pone condizioni. E tra queste condizioni c’è quella che riguarda Falotico che rischia di trovarsi «senza casa» e di veder sfumare, dopo l’ipotesi di alleanza col Pd sotto le bandiere dell’Api di Rutelli, l’alleanza col Pdl a marchio DeC e, addirittura, parte dei suoi «fedayn». Il messaggio, nemmeno tanto velato, lo ha diramato ieri proprio Digilio.
Il Pdl, ha detto «non è un autobus dal quale uscire o nel quale entrare a seconda della fermata che si preferisce», aggiungendo che l’elettorato di centrodestra non tollera «atteggiamenti di trasformismo» da parte di coloro che sono stati alleati nelle amministrative dello scorso anno e che hanno già attuato «repentini cambiamenti di schieramento». Parole chiaramente riferite a Falotico e ai suoi, che sembrano molto simili a quelle dette da Viceconte nella conferenza di inizio anno, quando a giochi ancora aperti, criticò «una persone che uscita dalla giunta, si è allontanato dal centrosinistra e ha espresso forti critiche alla sua conduzione e oggi ritorna per un progetto di autodeterminare tra loro i risultati».
Un ritratto che il coordinatore azzurro disse poi non corrispondere a Falotico, ma che proprio a lui fece pensare a tutti in sala. Negli ultimi giorni, comunque, all’interno del Pdl si sarebbero fatte avanti le «colombe» ipotizzando un posto nella lista Pdl per Falotico, che, primo degli eletti la scorsa volta con l’Ulivo, avrebbe avuto gioco facile nell’elezione e portato punti percentuali al Pdl, specie per il raffronto tra dato regionale e dato delle europee. Ma qui è arrivato l’alt di Digilio.
Falotico sotto l’insegna del Pdl, insomma, non se ne parla, al limite si può «valutare alleanze politico-programmatiche di partiti e movimenti intorno al nostro progetto e al nostro candidato presidente ma non di singoli esponenti». Insomma se i Dec o i centristi vogliono fare una lista loro si possono apparentare, diversamente spazi non ce ne sono. di GIOVANNI RIVELLI
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