Lucano doc, sempre insultato «negro» Ora vive in Cina
Stefano Pastore è nato 32 anni fa a Tricarico e ha vissuto a lungo a Policoro e a Matera. I fatti raccontati risalgono al 2003. Furono oggetto di cronaca anche sulle pagine nazionali della Gazzetta, ma gli episodi d’intolleranza nei suoi confronti sono continuati fino a qualche mese fa, quando, mettendo a valore la sua laurea in ingegneria meccanica, ha deciso di lavorare in Cina, dove si è pure sposato. «Mi piace viaggiare - dice - ho studiato anche all’estero. Ma quando gli italiani dicono di non essere razzisti mentono» • «E' stata un'impresa avere il visto per la mia futura moglie»
16 Gennaio 2010
di PASQUALE DORIA In Cina il colore della sua pelle non interessa a nessuno. Ma non dimentica i pregiudizi e neppure quella volta che, per una banale questione di precedenza a un incrocio, stavano per massacrarlo. È stato uno dei momenti più brutti della sua vita di nero a metà, altro che «vorrei la pelle nera», come ripeteva il ritornello di un noto motivo musicale di qualche anno fa. «Ancora dolorante per la botta sono sceso dall’auto. Ero a Nova Siri Marina, dove trascorrevo le vacanze estive. Il colorito naturale della mia pelle è decisamente scuro, una innegabile ed evidente caratteristica di famiglia. Lo diventa ancora di più quando vado al mare. È bastato per rischiare il linciaggio. Protagonista un gruppo di giovani che si sentì in dovere di difendere il loro compaesano bianco contro l’intruso negro. Non ci fu verso di far capire che ero italiano. “Maledetti marocchini, tornate a casa vostra”, gridavano - e qualcuno mi strappò il telefonino di mano. Riuscii a rientrare miracolosamente in auto, presa a pugni e calci, quando la situazione stava ormai per precipitare. Uno dei motivi di tanto odio era anche la presenza di due ragazze nell’abitacolo, mia sorella e una sua amica. Ne dissero di tutti i colori contro gli extracomunitari che “vengono a fregarci pure le donne”. L’amica di mia sorella aveva un forte dolore al collo. Raggiungemmo il vicino ospedale di Policoro. Anche quì, l’atteggiamento, cambiò solo quando mostrai la carta d’identità».
Stefano Pastore è nato 32 anni fa a Tricarico e ha vissuto a lungo a Policoro e a Matera. I fatti raccontati risalgono al 2003. Furono oggetto di cronaca anche sulle pagine nazionali della Gazzetta, ma gli episodi d’intolleranza nei suoi confronti sono continuati fino a qualche mese fa, quando, mettendo a valore la sua laurea in ingegneria meccanica, ha deciso di lavorare in Cina, dove si è pure sposato. «Mi piace viaggiare - dice - ho studiato anche all’estero. Ma quando gli italiani dicono di non essere razzisti mentono. Che rabbia entrare in un bar e captare i commenti sottovoce sul colore della mia pelle, oppure, per essere servito come tutti gli altri clienti, sentirsi appellare spregiativamente come “quel negro che sta là”. Un inferno per me che sono lucano e ho trascorso metà della vita a sventolare la carta d’identità, figuriamoci per chi è extracomunitario. Inutile dire che le mie simpatie nei loro confronti sono animate da autentica solidarietà. Ora, questo problema, da quando lavoro in Cina, è finito. Stavo ultimando gli esami quando ho iniziato a collaborare con un’azienda che produce lampade a gas xenon per automobili ed è tramite questa attività che ho potuto conoscere la realtà imprenditoriale cinese e anche mia moglie. Il titolare dell’azienda mi ha offerto vitto e alloggio, ma anche u n’eccezionale accoglienza. Era la prima volta. Ci sono rimasto due mesi e, oltre che per il legame sentimentale, ho deciso di tornare perchè sono stato letteralmente avvinto dal portentoso sviluppo in corso e dalla cordialità delle persone che ho conosciuto. Peccato che in Italia i cinesi vengano trattati male. Quì, al contrario, si accostano allo straniero con autentico rispetto. Mi sono sentito davvero il benvenuto e quando ho deciso di tornare ho forse assaporato per la prima volta nella mia vita il senso dell’inte g razione, in Italia sempre negata».
Pastore si è sposato a Shanghai e attualmente vive e lavora a Nanchang, capitale di 5 milioni di abitanti della provincia dello Jangxi. Coltiva la passione per l’automobilismo fin da ragazzo. Autofinanziandosi ha partecipato al campionato regionale karting come conduttore, ottenendo anche un terzo posto di categoria nell'anno 2002. Poi, si è dedicato al «tuning», cioè, alla modifica estetica e meccanica di veicoli a quattro ruote. Insomma, conosce bene i motori. «Qui - riprende l’ingegnere - ci sono molti occidentali. Adesso, spero di poter avviare anche un’attività imprenditoriale mia. Questo Paese è una grande occasione. Dubito, però, che gli italiani abbiano capito bene cosa sta realmente accadendo dall’altra parte dell’emisfero».
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