L'amianto ha colpito 165 lavoratori ex Enichem-Pisticci
di PIERO MIOLLA L’Aiea (Associazione italiana esposti amianto), attraverso il presidente della sezione Valbasento, Mario Murgia, denuncia in una nota inviata alla Regione e ad altri enti territoriali che, allo stato, «sono 165 i lavoratori dello stabilimento ex Enichem di Pisticci che hanno contratto patologie legate all’amianto. Di questi – ricorda Murgia - 117 sono già deceduti». Ecco perché chiede «l’applicazione del protocollo sanitario per la prevenzione e la cura della patologie, molte delle quali nonsono state ancora scoperte o denunciate, e di conoscere lo stato dell’arte delle procedure»
09 Gennaio 2010
PISTICCI - I numeri, come sempre, non tradiscono. E fotografano in modo efficace lo stato delle cose. Ciò vale anche per la tragedia, ancora per così dire «in itinere», dell’esposizione all’amianto nell’area industriale di Pisticci. L’Aiea (Associazione italiana esposti amianto), attraverso il presidente della sezione Valbasento, Mario Murgia, denuncia in una nota inviata alla Regione e ad altri enti territoriali che, allo stato, «sono 165 i lavoratori dello stabilimento ex Enichem di Pisticci che hanno contratto patologie legate all’amianto. Di questi – ricorda Murgia - 117 sono già deceduti». Ecco perché chiede «l’applicazione del protocollo sanitario per la prevenzione e la cura della patologie, molte delle quali nonsono state ancora scoperte o denunciate, e di conoscere lo stato dell’arte delle procedure».
Ma Murgia denuncia anche come siano «molti i casi di lavoratori, a tutt'oggi in terapia chemioterapica, per i quali il medici non hanno ancora effettuato la denuncia di malattia professionale». In questa lotta impari e contro il tempo, in buona sostanza, è fondamentale la prevenzione sanitaria. Ecco perché, si torna a “spingere” affinché via Anzio dia un’accelerata alla predisposizione del protocollo sanitario di sorveglianza preventivo, «per monitorare lo stato di salute di tutti i lavoratori che hanno prestato la loro opera nei siti industriali della Val Basento e sono stati esposti alle fibre di amianto ed ad altre sostanze classificate cancerogene, tossiche e/o teratogene e, considerando l'attesa degli stessi lavoratori, esposti ed ex esposti alle fibre di amianto, al loro stato d'animo e a quello delle loro famiglie». Il tutto, in ottemperanza alla delibera di giunta numero 1662 dello scorso 25 Settembre.
«L’elenco provvisorio, che riguarda i soli lavoratori dello stabilimento ex Enichem di Pisticci Scalo, è stato redatto grazie ad un vero e proprio passa parola», ricorda ancora Murgia. «Ecco perché riteniamo opportuno che il Dipartimento della Sanità regionale sensibilizzi e ricordi a tutti i medici di famiglia il rispetto della normativa vigente. Considerando la delicatezza del problema e le conseguenze drammatiche che affiorano giorno per giorno, noi chiediamo alla regione di accelerare l'attuazione di quanto deliberato con la suddetta delibera, cioè di dare immediata attuazione al protocollo sanitario. Solo così, infatti, potremmo dare concreta risposta alle esigenze di vita di tanti lavoratori ed alle loro famiglie. Ritengo che, ove la prevenzione fosse stata già attiva, avremmo potuto dare migliori risposte ai tanti lavoratori che si sono ammalati all’improvviso, senza avere la possibilità di curarsi adeguatamente perché era troppo tardi».
Va ricordato che lo stabilimento ex Enichem di Pisticci, negli anni ha utilizzato tonnellate su tonnellate di amianto. «Negli impianti, visto che l’amianto è stato utilizzato in quantità industriale ed è estremamente friabile, si sono diffuse nell’ambiente centinaia di migliaia di fibre, con conseguenze che, allo stato, possiamo solo ipotizzare e temere. Fibre che – spiega ancora Murgia – sono così leggere che prima di depositarsi ci impiegano anche un intero giorno. Le perdite, dovute a tanti fattori, producevano il deposito di quantitativi ingenti di fibre che sostavano lungo le tubazioni o le apparecchiature, e venivano respirate da noi dipendenti. Ma, durante gli interventi di manutenzione o a causa delle perdite di vapore, venivano rimosse e rimesse in circolazione continua, aumentandone la concentrazione».
Basti una sola cifra a rendere la portata della “Spada di Damocle” che incombe su ex lavoratori e residenti: da controlli fatti durante le fasi di bonifica, è emerso che i valori di amianto erano superiori di ben 20 volte rispetto ai limiti fissati dalla legge. di PIERO MIOLLA
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