Delitto Lanera: 18 anni e 6 mesi a Michele Ruberto
di MARCO TUCCI Diciotto anni e sei mesi di galera. Erano le 13,10 ieri nell’aula 5 al primo piano del palazzo di giustizia, quando il Giudice dell’Udienza Preliminare, Antonio Riccio, ha dato lettura pubblica della sentenza nei confronti del ventisettenne Michele Ruberto chiamato a rispondere, insieme al padre Vincenzo di 51 anni, della morte dell’avvocato Francesco Lanera (nella foto)
23 Dicembre 2009
MELFI - Diciotto anni e sei mesi di galera. Erano le 13,10 ieri nell’aula 5 al primo piano del palazzo di giustizia, quando il Giudice dell’Udienza Preliminare, Antonio Riccio, ha dato lettura pubblica della sentenza nei confronti del ventisettenne Michele Ruberto chiamato a rispondere, insieme al padre Vincenzo di 51 anni, della morte dell’avvocato Francesco Lanera.
Nel dispositivo del verdetto il Gup ha concesso le attenuanti generiche equivalenti alle contestate aggravanti e applicata la diminuente connessa al rito, ha deciso per i 222 mesi di detenzione, oltre al pagamento delle spese processuali e di mantenimento in carcere, all’interdizione perpetua dai pubblici uffici ed a quella legale durante la pena, alla confisca di quanto in sequestro, al risarcimento danni nei confronti delle costituite parti civili, da liquidarsi in separata sede. Sancite altre pene accessorie e stabilito in 90 giorni il termine per il deposito della motivazione di tale sentenza.
Michele Ruberto, in giaccone chiaro, ha ascoltato in maniera composta i provvedimenti presi a suo carico ed in silenzio si è riconsegnato agli agenti penitenziari. Presenti, ovviamente, i legali delle due parti. Giuseppe D’Addezio che ha curato gli interessi della famiglia Lanera ha commentato dicendo che «la condanna comminata ha riconosciuto la piena responsabilità dell’imputato. La sua partecipazione e concorso al delitto hanno senz’altro agevolato concretamente anche il comportamento criminoso del padre coimputato, che sarà giudicato a Potenza il prossimo 16 gennaio con il rito ordinario.
Per quanto riguarda la famiglia - a cui non interessa la penaevidenzia D’Addezio- si ritiene pienamente soddisfatta di questa prima determinazione e dell’operato della Procura e degli investigatori. Giustizia finalmente è fatta e, soprattutto, si ribadisce la trasparenza ed onestà di Francesco Lanera, come uomo e come professionista».
Sul versante opposto, Rita Di Ciommo che ha difeso Michele Ruberto ha riferito che «seppure sia ovviamente opportuno conoscere le motivazioni della sentenza onde potere esprimere un giudizio sereno, si deve dare il giusto rilievo alla circostanza che, a fronte di una richiesta di 30 anni, la condanna comminata dimostri in maniera inequivocabile come le dichiarazioni rese dal ragazzo, in questo lungo anno, siano state prese in debita considerazione dal giudicante. Pur tuttavia la difesa continua ad essere certa della innocenza del giovane Michele colpevole solo di essersi trovato inconsapevolmente nel posto sbagliato in un giorno sbagliato». di MARCO TUCCI
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