Focus
Un albergo diffuso nei paesi lucani: così si ripopolano i borghi della Basilicata
L’obiettivo è creare duemila nuove unità di accoglienza turistica
Lo spopolamento in Basilicata sta diventando desertificazione. I segnali sono tanti e sempre più preoccupanti. A rischio c’è il presente-futuro di intere comunità. Saverio Lamiranda, ad Terre di Aristeo, a sostegno della «Proposta Progetto» di interesse nazionale per il ripopolamento e la rigenerazione dei paesi e dei borghi lucani, incontrando i giornalisti nella sede del Distretto a Potenza, usa la clessidra. La mette sul tavolo e la gira. «I granelli scorrono inesorabilmente, non abbiamo più tempo da perdere»: dice mostrando documenti, tabelle, studi, indagini, pubblicazioni del Distretto. Dopo l’incontro con il Presidente Bardi del 17 marzo scorso e l’audizione in Terza Commissione dei giorni scorsi nella quale il Progetto ha «incassato» totale condivisione e impegno a premere su Bardi adesso si attendono gli atti e i provvedimenti del Presidente.
«Non chiediamo soldi, sia chiaro – dice Lamiranda – solo adempimenti necessari ed interventi a costo zero per la Regione come rinnovare l’Accordo di Programma sottoscritto nel 2018 per consentire la prosecuzione delle azioni concordate; convocare una conferenza di servizio per un raccordo tra Regione, Comuni ed imprese della Rete Xenia-Aristeo; sostenere gli Accordi di Sviluppo che il Distretto ha proposto ai Ministeri competenti; sostenere le proposte del Coordinamento nazionale dei Distretti Turistici (al quale aderisce Terre di Aristeo) che ha chiesto un Tavolo al Ministro del Turismo Santanchè per una cabina di regia sulle risorse da destinare al turismo con i programmi Fesr e Fondo di Coesione estendendola al Pnrr che di fatto taglia fuori. È una corsa contro il tempo perché da una parte è indispensabile un impegno ed una disponibilità finanziaria pubblica nazionale importante e molto significativa (per essere efficace) e dall’altra sinergie, integrazioni e coordinamento tra Amministrazioni Pubbliche nazionali, comunitarie e locali e il privato organizzato».
Se però con i sindaci il rapporto va avanti spedito e in un clima di efficace cooperazione, non c’è ancora piena consapevolezza – lamentano gli operatori di Terre di Aristeo – del ruolo del privato e della necessaria azione di concertazione pubblico-privato. Lamiranda lancia un appello: «Siamo ad una svolta – dice – perché il Progetto non è un libro dei sogni ma un sogno che si realizza insieme». Per dare gambe al sogno il Distretto ha promosso un calendario di assemblee territoriali che precederanno l’Assemblea Congressuale di fine giugno con l’obiettivo primario di rinnovare e finalizzare il protagonismo delle comunità locali. Di qui anche il tavolo con le associazioni di categoria convocato per lunedì 17 e definire una strategia comune nell’interesse del territorio e delle comunità ancora «resistenti».
«Noi – precisa Lamiranda – non siamo alternativi all’Apt. I nostri compiti sono differenti anche se vorremmo ritrovarci in percorsi comuni sul piano della promozione del territorio anche insieme con le Pro Loco e non solo. Siamo certi della necessità di un protagonismo efficace delle nuove generazioni con le quali vorremmo riproporre lo spirito e la tensione che ha contraddistinto l’evento di Agorà, cinque anni, che ha promosso la nascita del Distretto».