di MARCO TUCCIMELFI - Ancora più bisognosi di intervento concreto, i 4 chilometri delle mura che cingono il nucleo antico di Melfi. Rispetto ad una storia millenaria e, più recentemente, agli appelli lanciati lo scorso marzo in un convegno apposito, organizzato dalla sede locale dell’Archeoclub d’Italia. Durante quel dibattito, in particolari, si presentarono gli esiti di una ricognizione effettuata nel settembre 2008. Poco o nulla è cambiato e, quindi, resta attuale lo stato di abbandono e degrado che caratterizza i tre quarti del perimetro.

In relazione alla normale usura del tempo per l’influenza degli agenti climatici ai fenomeni umani di grave abusivismo edilizio, mediante l’edificazione addosso alle mura stesse, di depositi di varia natura e ricoveri di animali. Tutto, ovviamente, in spregio all’attenzione che, invece, necessitano queste e tutte le memorie del passato. Pertanto, gli associati melfitani di un’organizzazione davvero benemerita rinnovano «l’allerta all’opinione pubblica richiamando pure i soggetti istituzionali, con le potenzialità idonee, a reperire i fondi indispensabili ad attuare immediate opere di recupero e conservazione futura del lungo monu mento». Enti destinatari, ognuno per le proprie possibilità, la Comunità Europea, il Ministero dei Beni Culturali, la Regione Basilicata, le Soprintendenze competenti ed il Comune. Che, purtroppo, dovrà pure fare fronte a fenomeni di pressappochismo o, peggio, autentica inciviltà. Fattori che, ovviamente, sono facilmente riscontrabili e fermati sulle immagini che vi proponiamo.

Come la macchina tranquillamente parcheggiata sopra la Porta Calcinaia a fare da enorme stonatura dello scenario e non ostante che lì, da poco, è stato ristrutturato il piano calpestabile. Vero che ci sono le case vicino, ma sostare qualche metro più in là non sarà uno sforzo insopportabile. Se non bastasse, ecco poi le solite scritte sentimentali prese in prestito da libri o pellicole, e quelle che ricordano la radice da cui si proviene, come se fosse obbligatorio farlo sui pezzi di storia e, per giunta, su quelli meglio conservati. «Non posso che ribadire l’utilità di una maggiore educazione - ha evidenziato il sindaco Navazio - sottolineando, insieme, che il ripristino costerà migliaia di euro di soldi pubblici».
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