orgoglio lucano
Un pizzico di Basilicata sulla nave che svela i segreti dell’Antartide
Giuseppe Caivano, ricercatore Enea, a bordo della «Laura Bassi» che sta solcando il mare di Ross
POTENZA - C'è anche un pizzico di Basilicata sulla nave dei record che ha raggiunto il punto più a sud del mondo, in Antartide. A bordo della «Laura Bassi» dell'istituto nazionale di Oceanografia e di Geofisica sperimentale, tra le 46 unità dell'equipaggio, c'è un ricercatore lucano dell'Enea, Giuseppe Caivano di Picerno. Dal 2012 partecipa a spedizioni in nome della scienza e della ricerca e questa avventura la colloca al primo posto per emozioni vissute, straordinarietà e difficoltà. «Sono partito a novembre scorso – racconta Caivano che ieri ha ricevuto una telefonata dal sindaco di Picerno, Giovanni Lettieri che gli ha espresso compiacimento e gioia da parte dell’intera comunità picernese per la sua partecipazione alla missione in Antartide – e a marzo arriveremo in Nuova Zelanda, da lì rientreremo in Italia ma non prima del mese di aprile».
La spedizione è cominciata il 17 novembre scorso quando la nave ha lasciato Trieste per raggiungere Ravenna da cui è ripartita alla volta della Nuova Zelanda. Il 5 gennaio, dal porto di Lyttelton, ha imboccato la rotta verso il Mare di Ross.
Un altro paio di mesi, dunque, di viaggio e di ricerche in un angolo del pianeta particolarmente ostile prima di poter ritornare a casa. La nave rompighiaccio si è spinta fino alla Baia delle Balene, un sito fino a oggi inesplorato. È impegnata in una campagna di pesca scientifica e nello studio della dinamica delle correnti. Da una prima analisi del materiale prelevato dai ricercatori emerge un'elevata densità di stadi larvali di specie ittiche tra le quali alcune varietà poco note e raramente osservate nel mare di Ross. Ma quello che ha colpito di più è lo scenario in larga parte privo di ghiacci, chiara testimonianza del riscaldamento globale. Nel 2017, l'anno della precedente campagna di ricerca in Antartide, la nave non riuscì a raggiungere Baia delle Balene proprio a causa della presenza di un ghiaccio spesso e impenetrabile. Quest'anno è andata diversamente: «L’anno scorso qui faceva più freddo, è vero – conferma Caivano – ma dire che c’è meno ghiaccio è sbagliato perché se da una parte ne troviamo un po’ di meno, dall’altra ce n’è di più. Ciò che accade per le temperature: andiamo dai meno 11 ai meno 40. È senza dubbio la più difficile delle campagne a cui ho partecipato».
Ma come trascorrono le giornate? Dopo tutti questi giorni in mezzo al mare non c'è il rischio di sentirsi prigionieri? «I giorni – racconta Caivano – vengono scanditi dai pasti che diventano momento di aggregazione di tutti i partecipanti a questa spedizione. Qui sulla nave è come un piccolo paese, siamo fuori dal mondo. Si dorme poco e siamo impegnati praticamente h24. Nella nave fa caldo ma i campionamenti si fanno in coperta dove fa molto freddo. Ci concediamo ogni tanto una distrazione ammirando i panorami esterni, straordinari e unici». Una quotidianità stravolta. Fatta di impegno professionale, scienza e sacrificio in nome della ricerca. «È il mio lavoro – conclude Caivano – e lo faccio con grande passione. Certo, dopo tutti questi giorni fuori le cose che mi mancano di più sono la famiglia e gli affetti dei più cari».
Le attività a bordo della nave della spedizione scientifica, lo ricordiamo, sono state organizzate dall’Unità tecnica Antartide di Enea. Il viaggio rientra nel programma nazionale di ricerche in Antartide (Pnra).