RIONERO IN VULTURE (POTENZA), 3 maggio 2004 - La Uilm chiede l'«immediata ripresa delle trattative tra sindacati e Fiat». Lo ha detto oggi a Rionero in Vulture (Potenza), il segretario generale della Uilm, Antonino Regazzi, concludendo l'assemblea dei dirigenti e degli iscritti dello stabilimento di Melfi (Potenza) della Fiat e delle aziende dell'indotto.
«Ho espresso solidarietà alla delegata della Fim - ha detto - però non ho capito perché abbiamo interrotto le trattative forse bastava solo dirlo ad alta voce, fare una sospensione, e poi riprenderle».
Regazzi ha proposto una riunione unitaria di tutte le organizzazioni sindacali, la ripresa immediata delle trattative e il cambiamento delle forze di lotta.
«Probabilmente qualche errore lo abbiamo commesso all'inizio, abbiamo sottovalutato la cosa, ma se ne discute e se ne ragiona, non si arriva ai picchetti», ha detto Regazzi.
Il leader della Uilm ha detto che l'accordo con l'azienda deve riguardare tre punti: turni, equiparazione salariale e relazioni industriali. «La Fiat - ha ricordato Regazzi - è disponibile in tempi tecnici necessari, ma prima dell' estate, per superare la "doppia battuta". Devono essere allineate le maggiorazioni tra lo stabilimento di Melfi e quello degli altri. Anche su questo la Fiat ha detto che è disponibile, anche se non ci ha detto come lo vuole fare. Non lo sappiamo perché non abbiamo fatto una trattativa a fondo».
«A Melfi - ha detto Regazzi - la Fiat ha messo persone non capaci alle relazioni sindacali perché non si governa a colpi di provvedimenti disciplinari».
Infine, Regazzi ha sottolineato che «non ci sono spaccature all' interno dell'organizzazione, ma una discussione dialettica».
L'assemblea di dirigenti e iscritti ha approvato all'unanimità un documento in cinque punti: superamento «doppia battuta», equiparazione del salario di Melfi con quello degli altri stabilimenti del gruppo, ripristino dei rapporti sindacali all'interno dell'azienda, assemblea unitaria delle Rsu, e «nuove forme di lotta che accompagnino il negoziato senza dividere i lavoratori e non mettono in crisi l'intero sistema Fiat».
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