Potenza, San Gerardo e il tempietto dimenticato da tutti
di ANGELO LA CAPRA L’edicola del santo patrono del capoluogo sembra non interessare più a nessuno, a parte qualche devoto che si ostina a cambiare i fiori a piedi del busto marmoreo del santo. Tutt’intorno regna l’incuria con piante desolatamente gialle e rinsecchite, marmi rotti, ornamenti spaccati, catene divelte, sporcizia dilagante
21 Settembre 2009
di ANGELO LA CAPRA
POTENZA - Passato il santo passata la festa. Il vecchio adagio popolare fotografa alla perfezione lo stato di degrado e abbandono in cui versa, da quest’estate, il tempietto di San Gerardo, che abbellisce a Potenza il lato sud di passa Matteotti, comunemente detta anche piazza Sed ile. L’edicola del santo patrono del capoluogo sembra non interessare più a nessuno, a parte qualche devoto che si ostina a cambiare i fiori a piedi del busto marmoreo del santo. Tutt’intorno regna l’incuria con piante desolatamente gialle e rinsecchite, marmi rotti, ornamenti spaccati, catene divelte, sporcizia dilagante.
La realizzazione del tempietto ottocentesco di San Gerardo è attribuita all’artista potentino Antonio Busciolano che terminò l’opera nel 1865 senza però immaginare l’indecorosa fine che avrebbe fatto la sua scultura nei tempi moderni. Nonostante diversi interventi di ristrutturazione che si sono lodevolmente succeduti negli ultimi anni, il tempietto di San Gerardo non se la passa bene anche se sembra l’ultima barriera di protezione per l’ef fige del patrono, altrimenti destinata alla devastazione e all’oltra g gio proprio da parte di quei cittadini dei quali dovrebbe essere il nume tutelare.
«Chi ‘gne la via ‘dì» al povero San Gerardo, che nel giro di pochi mesi è passato da simbolo dalla città a simbolo del degrado di un centro storico ormai sempre più abbandonato a se stesso. Nel vecchio rione si vive infatti una vera e propria emergenza sociale, aggravata dagli annosi problemi di un traffico che nessuno vuole risolvere sul serio, e dalla insufficienza degli esigui presidi da parte dei tutori dell’ordine nei fine settimana e, in particolare, nelle ore più «rischiose» della notte.
A tutto questo si aggiungono anche problemi legati alla sporcizia che si riflettono naturalmente sull’aspetto igienico-sanitario: spesso spuntano topi in ogni angolo del borgo antico, l’ultimo dei quali è stato segnalato in corso XVIII agosto. La denuncia dei residenti, però, non è servita ad accelerare l’operazione di rimozione del ratto. Che è rimasto lì per tutta la giornata. I residenti sono esasperati ma non rassegnati e fanno l’occhiolino a San Gerardo sperando che a breve ci possa mettere una pezza anche il vecchio santo patrono, che dal suo osservatorio di marmo non può certo far nulla contro lo scadimento di usi e costumi dei potentini del duemila, ma che potrebbe tentare un ultimo miracolo facendo tornare il centro storico di Potenza se non agli antichi splendori almeno ad una situazione di vivibilità accettabile. San Gerardo, pensaci tu.
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