di GIOVANNI RIVELLI Un giro di «colletti bianchi» dietro l’usura gestita dal boss Renato Martorano. Professionisti, piccoli imprenditori, insospettabili. Quella che a Potenza sembrava quasi una legenda metropolitana ora ha elementi di concretezza dopo che un inchiesta dell’Antimafia (i pm Francesco Basentini ed Henry John Woodcock, oggi al suo ultimo giorno di lavoro in Basilicata prima di andare a Napoli) condotta dal Ros dei carabinieri ha portato all’arresto di tre persone proprio perchè accusate di aver dato al boss i soldi con cui ha «strangolato» un imprenditore • Chi sono i tre arrestati e i rapporti con il boss
10 Settembre 2009
di GIOVANNI RIVELLI
POTENZA - Un giro di «colletti bianchi» dietro l’usura gestita dal boss Renato Martorano. Professionisti, piccoli imprenditori, insospettabili. Quella che a Potenza sembrava quasi una legenda metropolitana ora ha elementi di concretezza dopo che un inchiesta dell’Antimafia (i pm Francesco Basentini ed Henry John Woodcock, oggi al suo ultimo giorno di lavoro in Basilicata prima di andare a Napoli) condotta dal Ros dei carabinieri ha portato all’arresto di tre persone proprio perchè accusate di aver dato al boss i soldi con cui ha «strangolato» un imprenditore, partendo da un prestito di 80mila euro per arrivare a un debito di 800mila. In manette sono finiti un ingegnere, Nicola Giordano, e due titolari di sale giochi, Gerardo Vernotico e Matteo Di Palma, ma gli inquirenti sono convinti che «esiste un giro più ampio». Lo dice a chiare lettere il luogotenente dei Ros Michele Ciriello, mentre i comandanti provinciale e del reparto operativo, i colonnelli Domenico Pagano e Alessandro Sessa, chiariscono che si parla «di usura come qualcosa di strutturato, che è un attività correlata al fenomeno criminale più o meno organizzato», qualcosa che ha le stesse caratteristiche del racket delle estorsioni. A questo giro, in Basilicata avrebbero partecipato anche insospettabili. E non solo i tre arrestati. qualche nome gli investigatori già lo hanno, altri potrebbero emergere, in operazioni che hanno un arco temporale molto ampio, che risale anche a prima del 1997, quando venne ucciso il boss Giuseppe Gianfredi, che gestiva il traffico per conto di Martorano. E su quel periodo sta intanto scavando il pm Rosa Volpe di Salerno, indagando proprio sull’omicidio del boss e di sua moglie Patrizia Santarsiero. Un vorticoso giro di danaro e un commando killer venuto da fuori. che qualcuno potrebbe aver pagato. Forse proprio con quei soldi.
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