POTENZA – I sindacati lucani chiedono alla Lasme di rispettare i patti e sospendere la mobilità per i 174 dipendenti dello stabilimento di S. Nicola di Melfi (Potenza). Contro la decisione della proprietà di trasferire in Liguria la produzione di alzacristalli, la scorsa settimana sette lavoratori avevano occupato per tre giorni il tetto dello stabilimento.
La mediazione del Prefetto aveva impegnato l'azienda, a fonte della cessazione dell’occupazione da parte degli operai, a soprassedere da ogni decisione fino all’incontro previsto per il 4 settembre, a Roma. L’impegno non è stato, però, rispettato dalla Lasme, che ha contestato ai dipendenti l’assemblea permanente fuori ai cancelli, in contrasto con gli impegni assunti da lavoratori e sindacati.
L'Ugl chiede al Prefetto di «far rispettare gli impegni assunti dalla Lasme», mentre il segretario della Cgil, Antonio Pepe giudica «pretestuoso, oltre che provocatorio, l’atteggiamento della proprietà della Lasme di Melfi e di quanti reggono il gioco di chi è arrivato in Basilicata per approfittare delle agevolazioni pubbliche».
«A nessuno è stato impedito di entrare ed uscire dalla fabbrica – aggiunge Pepe -. Di fronte a tanta tracotanza la proprietà deve sapere che non fermeremo la nostra giusta battaglia, se non nel momento in cui le produzioni dello stabilimento Lasme, per conto di Fiat, riprenderanno nell’area industriale di Melfi». Sulla stessa linea il segretario della Fim lucana Antonio Zenga che sottolinea: «Gli accordi si fanno per essere rispettati: noi abbiamo fatto la nostra parte, la Lasme faccia altrettanto e la smetta di cercare pretesti per sfilarsi dal negoziato».
In serata sarà a Melfi il segretario generale della Fiom, Gianni Rinaldini per incontrare gli operai.
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