di ENZO PALAZZO Nella Val Basento, che è sito di bonifica di interesse nazionale senza soldi, visto che il Ministero per l'Ambiente ha cancellato i fondi per attuarla, il futuro sembra già segnato: la Regione, la Provincia e i diversi Comuni dell'area non si sono opposti alla ministeriale Via, Valutazione di impatto ambientale, nè per la realizzazione delle due grosse centrali a gas di Salandra (400 mw) e di Pisticci (800 mw) nè per il progetto Geogastock del megastoccaggio di un miliardo di mc. di gas russo da "stipare" nei pozzi esauriti di metano tra Salandra e Ferrandina • L’assessore all’Ambiente in guerra con le associazioni • Tra business di rifiuti e energia le holding sponsorizzano le feste
21 Agosto 2009
di ENZO PALAZZO
Una "Black Way" in Val Basento? Una "Via Nera", ovvero un futuro di industria dell'energia e dei rifiuti nell'area che cinquanta anni fa segnò l'illusione dell'industrializzazione della Basilicata? Miseramente fallita, come ci insegna la sua storia di cattedrali nel deserto e di rifiuti tossici abbandonati al suo interno. Sui quali è stata stesa non solo molta indifferenza ma, addirittura, secondo l'associazione Ambiente e Legalità di Annamaria Dubla, il manto d'asfalto per il decollo degli aerei della Pista Mattei.
Nella Val Basento, che è sito di bonifica di interesse nazionale senza soldi, visto che il Ministero per l'Ambiente ha cancellato i fondi per attuarla, il futuro sembra già segnato: la Regione, la Provincia e i diversi Comuni dell'area (tranne il consigliere provinciale, Vito di Trani, Pd, che agli enti interessati ha ricordato persino la scadenza dei termini), non si sono opposti alla ministeriale Via, Valutazione di impatto ambientale, nè per la realizzazione delle due grosse centrali a gas di Salandra (400 mw) e di Pisticci (800 mw) nè per il progetto Geogastock del megastoccaggio di un miliardo di mc. di gas russo da "stipare" nei pozzi esauriti di metano tra Salandra e Ferrandina.
«Un'opposizione promessa, almeno per il megastoccaggio - come ricorda la Ola, Organizzazione lucana ambientalista - dall'assessore regionale all'Ambiente, Vincenzo Santochirico, quando dichiarò che avrebbe eccepito il progetto perché‚ la Provincia di Matera non è dotata di un Piano di risanamento della qualità dell'aria».
Piano tra l'altro necessario, una conditio sine qua non, per agire in un sito da bonificare, anche se non si capisce come e quando verrà redatto, visto che non esiste alcuna centralina di rilievo della qualità dell'aria. Questo Piano da redigere non sarebbe stato l'unico motivo per una possibile eccezione alla Via: la centrale di Salandra, ad esempio, verrebbe realizzata a circa 200 metri dalla centrale di compressione del gas del megastoccaggio. Anzi, secondo gli oppositori alla centrale di proprietà della Basento Energia (o meglio, degli americani della Forest Oil, gruppo che collabora con l'Eni), sarà troppo vicina all'impianto operativo della Geogastock. Già c'è chi dubita della tecnologia dello stoccaggio nei pozzi sotterranei, ma mettere una centrale che brucerà gas dove si comprime altro gas in quantitativi enormi, potrebbe evocare scenari apocalittici.
E invece, non solo non ci si oppone alla Via, ma intorno ai pozzi esauriti, la Geogastock sta già provvedendo agli espropri dei suoli, in netto anticipo sui tempi necessari, visto che questo progetto di stoccaggio è legato all'oleodotto "South Stream", tra la Russia e l'Europa, via Mar Nero, appena sottoscritto nel recente summit ferragostano di Ankara, in Turchia. Su questo possibile destino da "pattumiera europea" della Val Basento, area altamente inquinata, sulla quale si vanno non a diradare ma ad aumentare le attività inquinanti, si inasprisce la distanza tra gli ambientalisti e il Dipartimento Ambiente della Regione. Con tendenza al peggioramento, in questo speciale borsino degli umori sociali, visto che in questi giorni viene messa, è il caso di dire, altra benzina sul fuoco: con delibera regionale 1449, del 5 agosto scorso, è stata ratificata l'intesa Stato-Regione con l'autorizzazione alla Gas Plus del permesso di ricerca di idrocarburi a Pizzo Sciabolone. Pizzo Sciabolone costeggia tutta l'area destinata al megastoccaggio di gas e delle due centrali. Permesso di ricerca vuol sostanzialmente dire sondaggi, esplosioni e piccoli sismi artificiali, più due domande spontanee: siamo tutti consapevoli di quali rischi gravitano intorno alle sponde spente del Basento? Ed è lecito e sicuro, per la salute pubblica, che in pochi km. quadrati il gas venga estratto, bruciato e compresso allo stesso tempo?
Lascia il tuo commento
Condividi le tue opinioni su