E' la risposta del comune lucano alla proposta dell'Eni di perforare nel «Pozzo Pergola 1» in località San Vito. «Non ci interessa dire si o no al petrolio – spiega il sindaco Domenico Vita – ma sottolineare che qualsiasi azione da fare sul territorio deve rispettare ambiente e salute dei cittadini. Abbiamo dunque espresso alcune perplessità sullo studio dell’Eni circa le azioni da intraprendere per evitare impatti ambientali e sulla salute, coinvolgendo geologi ed esperti del Cnr e dell’associazione Area Sud».
11 Agosto 2009
MARSICONUOVO - Marsiconuovo torna ad essere territorio appetibile per le multinazionali del petrolio e il Comune acconsente purché si tutelino ambiente e salute dei cittadini. L’Eni ha presentato uno studio sulla possibilità di perforazione del «Pozzo Pergola 1» in località San Vito e in risposta il Comune ha voluto inserire ulteriori garanzie. Queste sono state presentate in consiglio comunale e saranno sottoposte alla Regione il 28 agosto quando si dovrà arrivare ad un documento unico sintetizzando quelli dell’Eni e del Comune.
«Non ci interessa dire si o no al petrolio – spiega il sindaco Domenico Vita – ma sottolineare che qualsiasi azione da fare sul territorio deve rispettare ambiente e salute dei cittadini. Abbiamo dunque espresso alcune perplessità sullo studio dell’Eni circa le azioni da intraprendere per evitare impatti ambientali e sulla salute, coinvolgendo geologi ed esperti del Cnr e dell’associazione Area Sud». Si chiede, tra le altre cose, che il nascente osservatorio ambientale di Marsico monitori sistematicamente la zona interessata e quelle limitrofe, che si controllino le tracce delle perforazioni, le falde acquifere, l’aria, il fango e che l’Eni trasmetta al Comune un piano di emergenza e di comunicazione efficace. Tutte misure prese a vantaggio della comunità, ma che quest’ultima insieme alla minoranza, non ha inteso come una forma di tutela del territorio bensì come una svendita dello stesso. Si reclamano informazioni dettagliate e coinvolgimento nelle decisioni.
«A Pergola – dice un residente – sono giunte poche informazioni sul progetto, inoltre come comunità direttamente interessata vorremmo poter dire che a noi il petrolio non interessa perché ci sono troppe ricadute rispetto alle royalty che comunque non hanno effetti sui cittadini». «La concessione in esame - dice Raffaele Votta, capogruppo Pd uscito dalla giunta - è quella più vicina alla c.da S. Vito a circa 700 dalle abitazioni. La preoccupazione della contrada è legittima e all’Eni bisogna chiedere come avverrà la programmazione, se il pozzo in caso fosse produttivo sarà subito utilizzato e da dove avverrà lo spostamento del greggio».
Per altri invece la discussione deve essere un’altra.«La posizione del Comune - ammonisce Giovanni Votta, capogruppo minoranza non è chiara: bisogna dire se si è a favore o meno dei pozzi. Si tratta di decidere se vogliamo utilizzare il nostro territorio secondo il modo dell’Eni oppure dire che non si è favorevoli a ulteriori perforazioni perché fin’ora non ne abbiamo ricavato nulla». L’aspetto più critico è però quello ambientale. «Si sta commettendo nuovamente l’errore di valutare l’effetto di un solo pozzosottolinea Antonio Bavusi della “Ola”».
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