di ROCCO NIGRO Nessun decollo turistico per il «planetario» di Anzi. A distanza di circa un anno dal taglio del nastro e dai festeggiamenti in «pompa magna», questa imponente struttura in cemento armato, con volte in argento luccicante, in netta contraddizione con l'ambiente circostante fatto di roccia, resta al palo. Realizzato sul Monte Siri a quota 1067 metri con 400mila euro di investimento, è snobbato dal turismo e dalle scolaresche
09 Agosto 2009
ANZI - Sta per tornare la notte di San Lorenzo, quella delle stelle cadenti, e sempre più spesso strane presenze sono state avvistate anche nei nostri cieli. Si guarda il cielo sempre più spesso. Anche da Anzi. Da lontano sembra una moschea. E, invece, nelle intenzioni doveva rappresentare un punto di riferimento a livello scientifico, in grado di attrarre interesse e attenzione dei visitatori. Nessun decollo turistico per il «planetario» di Anzi. A distanza di circa un anno dal taglio del nastro e dai festeggiamenti in «pompa magna», questa imponente struttura in cemento armato, con volte in argento luccicante, in netta contraddizione con l’ambiente circostante fatto di roccia, resta al palo.
Eppure, per gli ideatori del progetto, il Piano d’Azione Pit Camastra-Alto Basento (Piani Integrati Territoriali) che hanno voluto realizzare questa struttura con una spesa di circa 400 mila euro, essa doveva rappresentare un’occasione di crescita economica per la debole economia del posto. Purtroppo non è stato così. Almeno sino ad oggi. Su questa suggestiva parte dell’abitato, siamo sul Monte Siri a quota 1067 metri, pochissimi e sporadici sono i visitatori che hanno potuto apprezzare questa struttura. Come pure le scolaresche, i primi soggetti per i quali è stato ideato il progetto. Sia esse regionali che limitrofe alla stessa regione Basilicata.
Ma l’aspetto più increscioso di questo che, per molti aspetti rischia di diventare l’ennesimo fallimento è che quasi nessuna scuola ha espresso il desiderio di visitare questa bella struttura. Una delle poche presenti nel Mezzogiorno d’Italia, la quale con il suo strumento ottico puntato sul cosmo, riesce a riprodurre in maniera piuttosto realistico su una volta una serie di accadimenti e fenomeni astronomici. È pur vero che, da solo, un planetario non può reggere un turismo di massa ma, insieme al presepe poliscenico, anche questo una delle pochissime strutture realizzate nel Mezzogiorno d’Italia e ad altre bellezze, architettoniche artistiche, presente sul territorio può rappresentare un tentativo per misurarsi su quanto si è capace di creare sviluppo. Quello reale, non quello fatto di parole.
Da qui la necessità di rimboccarsi le maniche e mettere in atto una consolidata strategia di marketing e di comunicazione capace di far risalire la corrente. Prima che sia troppo tardi. Il planetario di Anzi (o meglio, quello che dovrebbe essere un planetario) è uno strumento ottico - informatico che puntato sul cosmo riproduce in maniera piuttosto realistico su una volta una serie di accadimenti e fenomeni astronomici.
L’opera, progettata dall’architetto potentino Roberto Logiudice, è costata alle casse dell’ente, come dicevamo, circa 400 mila euro e secondo le intenzioni dell’amministrazione comunale, insieme al presepe poliscenico e all’arte religiosa, dovrà rappresentare un’occasione di sostegno alla già debole economia locale. Un planetario, realizzato in vetta al monte Siri, che aspetta di poter ospitare qualche scolaresca curiosa. ROCCO NIGRO
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