di ANTONELLA INCISO È un ragazzo, è del Potentino ed era appena tornato da un viaggio studio in Inghilterra. È lui il primo lucano ricoverato in ospedale perché affetto da influenza suina. Un primo caso dopo i ricoveri precauzionali che c’erano stati nei giorni scorsi presso il reparto di malattie infettive dell’ospedale «San Carlo» di Potenza. Quei casi, però, si erano rivelati «falsi allarmi». Ora, invece, si può parlare di un caso effettivo, di una malattia riscontrata • I sintomi: come riconoscere la A-H1N1
28 Luglio 2009
POTENZA - È un ragazzo, è del Potentino ed era appena tornato da un viaggio studio in Inghilterra. È lui il primo lucano ricoverato in ospedale perché affetto da influenza suina. Un primo caso dopo i ricoveri precauzionali che c’erano stati nei giorni scorsi presso il reparto di malattie infettive dell’ospedale «San Carlo» di Potenza. Quei casi, però, si erano rivelati «falsi allarmi». Ora, invece, si può parlare di un caso effettivo, di una malattia riscontrata.
Il ragazzo - sulle cui generalità le autorità sanitarie mantengono il più assoluto riserbo per motivi di privacy - è attualmente ricoverato e sottoposto alle cure del caso ed accertamenti sono stati fatti anche alle altre persone che sono state a contatto con lui. Insomma, un primo caso che si aggiunge agli altri che sono stati riscontrati in Italia, dove, però, le misure di sorveglianza e controllo finora adottate hanno consentito di limitare il numero di casi di influenza del nuovo virus a 320, di cui solo 4 non riferibili a viaggi in aree affette. Un numero piccolo rispetto al gran numero di casi, precisamente 17.181, riscontrati in Europa ed a quelli individuati in Gran Bretagna che sono stati 10.169.
E se in Italia l’aumento dei casi non desta particolare preoccupazione (considerato che la sintomatologia è più leggera di quella determinata dal virus dell'influenza stagionale) è altrettanto vero che anche in Basilicata è da tempo è stata attivata la rete per avviare tempestive indagini sui casi sospetti e per la ricerca di contatti. Una rete che ha funzionato e che ha portato, ad esempio, al «San Carlo» a far eseguire un tampone faringeo (esame che permette di riscontrare la malattia) a circa 15 persone. ANTONELLA INCISO
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