di GIOVANNA LAGUARDIA Riportata alla luce, resa fruibile e... chiusa. È questa la storia non poi tanto singolare di uno dei gioielli storici della Città di Potenza, la villa romana di contrada Malvaccar o. Il visitatore che, allettato dalla bella stradina lastricata in pietra di Gorgoglione, sia preso dalla tentazione di seguire l’indicazione archeologica «villa romana di Malvaccaro», arrivato in cima alla salita, troverà una brutta sorpresa. Una cancellata in ferro rigorosamente chiusa, nessun cartello con orari di visita o indicazioni su dove chiedere informazioni per eventuali visite, guidate o meno. Nessun custode a cui chiedere informazioni sulle possibilità di accesso al prezioso bene archeologico. Niente di niente. Alle spalle della cancellata si scorge la moderna struttura in metallo e vetro, con una passerella di legno per poter osservare la pavimentazione dall’alto. Ma, ahimè, il cancello resta chiuso. A meno che... A meno che non si voglia optare per una visita «fai da te».
Eh si, perché a guardar meglio la cancellata che sormonta un muretto a protezione della villa romana termina ad un certo punto come a «mezz’aria». E, tra l’inferriata e la parte retrostante della recinzione del sito c’è uno spazio sufficiente a far passare comodamente una persona. Non solo. Una volta all’interno della recinzione, la struttura di vetro e metallo che protegge i preziosi scavi, da un lato ha una luce di oltre un metro rispetto al terreno. È quindi sufficiente piegarsi appena un pochettino per provare l’ebrezza di camminare su un pavimento di epoca romana. È magari portarsene via un pezzetto! Insomma, oggi come oggi la conservazione di un reperto archeologico così prezioso, dipende soprattutto dal «buon cuore» e dall’onestà dei cittadini. Eppure il 28 maggio era stata inaugurata con gran soddisfazione la strada di collegamento con via Parigi per rendere fruibile il monumento: 200 metri di pavimentazione in pietra lucana, illuminazione pubblica con pali alti tre metri, per un costo di 120mila euro. In quell’occasione, come testimonia un articolo apparso sulla Gazzetta il 29 maggio 2009, si era parlato di rendere il sito fruibile per l’estate.

Siamo al 23 luglio, in pieno Solleone, e la villa è ancora chiusa. Del resto questo non è il primo «appuntamento mancato » che riguarda la villa romana di Malvaccaro. Il 24 maggio del 2007 la Gazzetta di Basilicata titolava: «Malvaccaro, arrivano i fondi. Dal Governo centrale 120mila euro per intervenire sul completamento». All’interno dell’articolo si legge: «L’area, grazie ai lavori in corso ed ai prossimi finazniamenti potrà essere fruibile per la prossima primavera». Ovvero quella del 2008. Il progetto preliminare per la riqualificazione dell’area è stato approvato dalla Giunta comunale di Potenza il 7 dicembre del 2007. Ma, il 15 luglio del 2008, sempre dagli archivi della Gazzetta apprendiamo che: «Continua lo scavo infinito. Bisogna ancora attendere perché la villa romana di Malvaccaro e le sue Grazie siano fruibili». Sono passati giusto giusto dieci anni da u n’altra denuncia della Gazzetta che, a proposito della situazione della villa romana di Malvaccaro, il 7 marzo del 1998 parlava di «scavo infinito».
Ora gli scavi, i lavori di sistemazione, sono finiti, ma la villa non è ancora fruibile per i turisti e i visitatori. Il sindaco di Potenza, Vito Santarsiero, si è impegnato a chiudere immediatamente il varco che fino a ieri consentiva visite non autorizzate alla villa, ed ha parlato della possibile gestione futura dell’area. «La Sovrintendenza - dice Santarsiero - non può inseirre l’area tra quelle di propria gestione per motivi economici. Il Comune cercherà di intervenire, ma poiché le nostre finanze non ci consentono di gestire la villa autonomamente, pensiamo di candidarla all’interno di un progetto che prevede l’affidamento a cooperative di contentiori comunali attualmente inutilizzati».
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