"Devo chiudere le inchieste", Woodcock chiede 3 mesi
di GIOVANNI RIVELLI POTENZA - Non solo due degli undici capitoli dell’inchiesta Sanità ma la maggior parte del lavoro deve essere portato a termine. E con questo il Riesame del Totalgate e altri fascicoli, alcuni dei quali molto recenti. Per questo il Pm di Potenza Henry John Woodcock ha formalizzato, d’intesa con il procuratore capo del capoluogo lucano, Giovanni Colangelo, la richiesta di «ritardato possesso» della nuova sede di lavoro di Napoli
15 Luglio 2009
POTENZA - Non solo due degli undici capitoli dell’inchiesta Sanità ma la maggior parte del lavoro deve essere portato a termine. E con questo il Riesame del Totalgate e altri fascicoli, alcuni dei quali molto recenti. Per questo il Pm di Potenza Henry John Woodcock ha formalizzato, d’intesa con il procuratore capo del capoluogo lucano, Giovanni Colangelo, la richiesta di «ritardato possesso» della nuova sede di lavoro di Napoli. A conti fatti c’è la possibilità che il pm anglonapoletano prolunghi la sua permanenza in Basilicata fino a ottobre o novembre. Perchè la richiesta è di altri tre mesi di permanenza in Basilicata, ma, qualora il Ministero dovesse decidere per l’accoglimento, potrebbe farli decorrere o dalla data di scadenza della precedente previsione (vale a dire la metà di agosto, anche se la pausa giudiziari a e le ferie avrebbero fatto terminare il lavoro a fine luglio) o dalla data dell’istanza, che è stata formalizzata a inizio mese. I tre mesi, insomma potrebbero avere termine tra l’inizio di ottobre e la metà di novembre.
La pratica, intanto, sta seguendo il suo corso, in attesa della decisione romana. Già sarebbe stato raccolto il «parere favorevole » della Procura Generale di Potenza, e un «parere obbligatorio » dovrebbe essere espresso anche dalla Procura della sede di destinazione, Napoli, che potrebbe non avere lo stesso segno. Già in occasione del «ritardato possesso » ottenuto dal Pm lo scorso marzo (quattro mesi rispetto alla data di notifica del «bollettino ministeriale numero 7» che disponeva il cambio di sede) la Procura di Napoli espresse il suo «parere negativo» non legato al singolo caso, ma a una valutazione generale di sede «disagiata » per carenza di organico (stessa condizione in cui è Potenza) che porta a cercare di avere quanto prima in servizio tutto il personale assegnato.
E, sebbene intanto a Napoli siano arrivati altri magistrati, anche da Potenza, c’è da ritenere che analogo «parere negativo» possa essere espresso anche stavolta, anche se, proprio alla luce del precedente, non dovrebbe essere vincolante. Il Ministero, di contro, potrebbe decidere anche una proroga diversa da quella che emerge dai «calcoli» fissando un termine di trasferimento.
Quanto alla decisione di chiedere l’ulteriore slittamento, sebbene non ci siano «versioni ufficiali », i soliti «bene informati» parlano di un atto che non sarebbe nato semplicemente dalla volontà del Pm interessato, quanto da un modello «organizzativo » dettato dal procuratore capo. Lo stesso Colangelo, appena si iniziò a parlare di trasferimento di Woodcock, chiese di portare a termine i fascicoli aperti per evitare che il passaggio di mano comportasse disagi e ritardi (un nuovo sostituto avrebbe dovuto riprendere il bandolo della matassa) e ora che le inchieste si avvicinano a una svolta, nel bivio tra l’avviso di conclusione delle indagini o le richieste di archiviazione, il problema sarebbe di non poco conto. Una questione di cui si è fatto carico il pm anglonapoletano presentando la nuova richiesta che procrastina quello che era un suo desiderio: andare a Napoli. GIOVANNI RIVELLI
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