di FILIPPO MELE Viaggio a Craco Vecchia, la città morta della Basilicata. Un paese passato dalla frana degli anni ‘60, all’abbandono del 1964-65, alla depredazione continua, sino al sospetto di messe nere e di riti esoterici. «Sono stati alcuni cittadini – racconta il sindaco- a parlarmi di persone che si aggirerebbero nel paese abbandonato di sera e di notte. Persone che userebbero candele ed altri oggetti luminosi» • «Se ne parla da anni da quando ci fu quella maledetta frana» • Un paese abbandonato diventato set cinematografico
26 Giugno 2009
di FILIPPO MELE
CRACO - Viaggio a Craco Vecchia, la città morta della Basilicata. Un paese passato dalla frana degli anni ‘60, all’abbandono del 1964-65, alla depredazione continua, sino al sospetto di messe nere e di riti esoterici. Il sindaco, Pino L acicerchia, è in carica dall’ultima tornata amministrativa. Ed è già in azione proprio sul fronte della sicurezza. «Sono stati alcuni cittadini – dichiara alla Gazzetta - a parlarmi di persone che con fare sospetto si aggirerebbero nel paese abbandonato di sera e di notte. Persone che userebbero candele ed altri oggetti luminosi. Io non posso dire, però, di aver visto teschi o scritte o disegni satanici. Occorrerà fare, tuttavia, un’opera di ricognizione. Il sospetto di riti esoterici lo abbiamo anche se non c’è stato mai nessuno che abbia analizzato seriamente il problema. Per ora, non ci si può addentrare tra le case per il pericolo di crolli».
Ed in effetti, accompagnati da Franco Tuzio, l’unico vigile urbano di questa realtà, abbiamo potuto verificare come avventurarsi lungo le strade dismesse sia un autentico pericolo. C’è, oltretutto, un divieto amministrativo a farlo. Ma questi sospetti possono avere anche altre origini? Lacicerchia ha un’idea: «Su internet imperversa la teoria del paese fantasma che alimenta queste morbosità abbinando Craco Vecchia al satanismo. In realtà, questo è il paese della magia e dell’anima».
Tuzio, tra l’altro, ci parla di una vicenda di alcuni anni fa accaduta nel cimitero posto a poca distanza dal centro storico e ad otto chilometri da Peschiera, il nuovo insediamento: «Qui vennero rinvenuti teschi e croci divelte. I teschi furono rimessi, ovviamente, nell’ossario. Dopo alcuni appostamenti, denunciammo alcuni rag azzi». Cimitero che ieri abbiamo trovato aperto, in cui abbiamo potuto entrare liberamente, e che rimane accessibile anche nelle ore notturne. Pare, inoltre, che nella Chiesa Madre fu rinvenuta la statua di un santo con la testa mozzata e l’altare completamente dissacrato. A Craco, pertanto, vogliono vederci chiaro. A cominciare dal neo sindaco: «Ho già incontrato il prefetto parlandogli della necessità di sicurezza dei miei concittadini e di tutto ciò che pone problemi di ordine pubblico. A queste preoccupazioni abbiamo avuto già risposte importanti come l’istituzione della stazione mobile dei carabinieri. Ed anche come Comune faremo la nostra parte presentando al finanziamento un sistema di telesorveglianza».
Qui, però, si discute anche di sviluppo: «Stiamo cercando di costituire una cabina di regia con Provincia, Regione, Governo nazionale. Noi abbiamo idee come l’adesione al World monumento found (WMF) e progetti per la realizzazione di strutture non residenziali come la Cittadella dell’energia e dell’innovazione, il Parco scenografico museale all’aperto, il Laboratorio di ricerca e sperimentazione sulle frane e sui servizi per la Protezione civile». E le risorse necessarie? «Candidiamo i nostri progetti – conclude Lacicerchia – al finanziamento con i Fondi europei, ma anche con quelli strutturali regionali e nazionali. Puntiamo su agricoltura, artigianato, zootecnia, servizi, cinema, ricerca scientifica, per ridare vita a Craco».
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