Il segreto dello stabilimento di Melfi (Potenza) della Barilla è forse racchiuso nelle parole di Giulio Sapelli, professore dell’Università di Milano, che oggi ha presentato una ricerca per spiegare i “successi sorprendenti” del gruppo emiliano che ha festeggiato, con un convegno, i 20 anni di presenza in Basilicata, dove c'è “un caso di eccellenza industriale”.
19 Giugno 2009
MELFI (POTENZA) - ''Si lavora tanto. La fatica c'è, ma non ho visto stress”. Il segreto dello stabilimento di Melfi (Potenza) della Barilla è forse racchiuso nelle parole di Giulio Sapelli, professore dell’Università di Milano, che oggi ha presentato una ricerca per spiegare i “successi sorprendenti” del gruppo emiliano che ha festeggiato, con un convegno, i 20 anni di presenza in Basilicata, dove c'è “un caso di eccellenza industriale”. In realtà, lo stabilimento lucano è stato costruito 22 anni fa, nel 1987 e il gruppo vi ha investito oltre 230 milioni di euro.
“Ho ben impressi nella mente – ha raccontato il vicepresidente del gruppo, Luca Barilla – i ricordi di quando nei primi anni Ottanta sono venuto qui, a Melfi, insieme a mio padre e altri dirigenti. Dove ora c'è il nostro stabilimento, c'era solo campagna aperta”. Oggi, in quello stabilimento (situato nei pressi del mega impianto della Fiat) i numeri parlano di una capacità produttiva di 70mila tonnellate l’anno e di una produzione quotidiana di dieci milioni di biscotti, di 6,5 milioni di fette biscottate, di un milione di merende al giorno e di 165mila pani al giorno. Sette linee produttive per 382 lavoratori a tempo indeterminato (nel 1987 erano 30, tutti “prelevati” dalla cultura agricola locale, considerata un altro punto di forza; 150 nel 1994) ai quali si aggiungono 50 contratti stagionali in caso di specifiche esigenze.
“A Melfi – ha spiegato Luca Barilla – possiamo parlare di successi sorprendenti. I risultati sono stati ancora migliori di quelli che potessimo prevedere. Qui c'è un entusiasmo altissimo da parte nostra e da parte delle maestranze: Melfi è e sarà sempre più un nostro polo produttivo, perchè – ha proseguito il vicepresidente – la Barilla ha bisogno di situazioni così positive e così ideali, che devono essere da esempio anche per l'altra industria italiana che ha ancora un pò di cose da fare per migliorarsi”. Lo stabilimento lucano – in cui l’assenteismo è pari solo al 4,5 per cento – è stato analizzato dall’interno dal gruppo di ricerca guidato dal professor Sapelli. “Per la prima volta in Italia – ha osservato – abbiamo lavorato a una ricerca sociale che pone al centro il tema del lavoro visto direttamente dall’esperienza dei protagonisti: operai, tecnici e dirigenti”.
Ebbene, alla fine sono emersi come “come elementi distintivi dello stabilimento di Melfi la formazione, la capacità di capire e di adattarsi alle esigenze di mercato, la forte adesione alla cultura aziendale e il senso di appartenenza”. Proprio quest’ultimo aspetto sembra essere la vera forza della Barilla. “Nostro padre – ha sottolineato Luca Barilla – ci ha trasmesso il senso della famiglia. Noi figli, oggi, cerchiamo di fare lo stesso con i nostri dipendenti, sia in Italia sia negli Stati Uniti e, nel futuro, lo faremo anche per formare le nuove generazioni. Perchè noi dirigenti passiamo, ma la Barilla no”.
Lascia il tuo commento
Condividi le tue opinioni su